Osvaldo Valenti
( Costantinopoli (Istambul) il 17 febbraio del 1909 / 30 aprile 1945, Milano) Il padre di Osvaldo Valenti è un barone siciliano ma vive vendendo tappeti orientali. E’ sposato ad una agiata libanese di origine greca. Da lei avrà due figlie e Osvaldo. Allo scoppio della prima guerra mondiale, la famiglia è costretta a lasciare la Turchia, alleata degli Imperi centrali e a trasferirsi in Italia, prima a Bergamo e poi a Milano. Osvaldo frequenta il liceo, poi si iscrive alla facoltà di giurisprudenza presso la Cattolica, ma abbandona ben presto gli studi e andare a vivere a Parigi. E’ ricco, affascinante, generoso, parla correttamente inglese e tedesco e sembra fosse abilissimo nel tiro al piccione ( allora si usava sparare agli animali vivi). Per il suo stile di vita sembra abbia preso ispirazione da uno scrittore considerato “maledetto”, ovvero Pitrigrilli ( Dino Segre) autore di libri scabrosi come Mammifero di lusso, La cintura di castità, ma soprattutto di Cocaina. Mentre il padre cerca di ricondurlo sulla retta via riducendogli lo “stipendio”, Osvaldo finisce a Berlino dove ha una avventura con Marlene Dietrich, Questo flirt lo avvicina al mondo del cinema; interpreta un ruolo secondario nel filn Rapsodia Ungherese diretto da Hans Schwarz. Poi rientra in Italia e qui viene notato da Mario Bonnard che gli affida una parte in Cinque a zero. Poi è Amleto Palermi a sceglierlo per due film. Ma Osvaldo Valenti vuole di più. Si fa amico di Alessandro Blasetti, che a metà degli anni trenta gli affida un ruolo di una certa importanza nella Contessa di Parma e poi in Ettore Fieramosca, dove interpreta il ruolo di Guy La Motte. Un ruolo che gli permetterà di esprimere le sue capacità di “duro” dell’uomo “cattivo, ma irresistibile”. Il pubblico lo ama anche per quel suo essere, nella recitazione come nella vita un “ vero uomo” e un “vero fascista “. Nel 1939, l’incontro con Luisa Ferida in Un’avventura di Salvator Rosa, e la nascita di un amore che durerà sino alla morte, data da un plotone di esecuzione partigiano nel 1945 a Milano. Ma nel 1940 la fama di Osvaldo Valenti è al massimo; interpreta ruolo difficili ed interessanti , grazie in particolare alla direzione di Blasetti. Dopo il 1943, Osvaldo Valenti segue il fascismo a Venezia; si arruola addirittura nella Decima Mas; poi, con il crollo del fascismo, è a Milano, assieme alla sua compagna. Qui stringe amicizia con il boia Koch – secondo alcuni per poter avere della cocaina – ma quella amicizia gli costerà un breve processo e la condanna a morte. Luisa Ferida lo seguirà davanti al plotone di esecuzione.
FILMOGRAFIA 1932 – 1945
1932
Cinque a zero, di Mario Bonnard
1933
La fortuna di zanze, di Amleto Palermi
La signorina dell’autobus, di Nunzio Malasomma
Ragazzo, di Ivo Perilli
1934
Creature della notte, di Amleto Palermi
1936
La danza delle lancette, di Mario Saffico
1937
Regina della Scala, di Guido Salvini, Camillo Mastrocinque
1938
Ettore Fieramosca, di Alessandro Blasetti
Mia moglie si diverte di Alessandro Blasetti
La signora di Montecarlo, di Mario Soldati per la versione italiana
La contessa di Parma, di Alessandro Blasetti
1939
1940
Passione
I pirati del golfo
1941
L’invasore, di Nino Giannini
La corona di ferro, di Alessandro Blasetti
L’amante segreta, di Carmine Gallone
La cena delle beffe, di Alessandro Blasetti
La maschera di Cesare Borgia, di Duilio coletti
Don Buonaparte, di Flavio Calzavara
Beatrice Cenci, di Guido Brignone
Il re d’Inghilterra non paga, di Giovacchino Forzano
Giuliano de’ Medici, regia di Ladislao Vajda
La congiura de’ pazzi. (vedi Giuliano de’ Medici di Ladislao Vajda)
Idillio a Budapest, regia di Giorgio Ansoldi, Gabriele Varriale
I cavalieri del deserto, anche regia con Guido Talamo ( film interrotto nel 1942 e mai terminato)
Leggenda azzurra, di Giuseppe Guarino
1942
Alioscia
I cavalieri del deserto, anche regia ( interrotto)
Piazza San Sepolcro, regia di Giovacchino Forzano
Cronache di due secoli
1943
Enrico IV, regia di Giorgio Pàstina
L’invasore
1945
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