Luisa Ferida, 1
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Luisa Ferida, (Luigia Manfrini Farné all’anagrafe ) nasce a Castel San Pietro Terme il 18 marzo 1914. Il padre, Luigi Manfrini, è un possidente terriero e nutre verso l’ unica figlia un amore incondizionato; per questo – secondo alcuni storici – Luisa cresce viziata, molto aggressiva con i contadini e le persone di servizio che lavorano alle dipendenze del padre. Luigi Manfrini morirà quando Luisa ha solo otto anni; la vedova si vede costretta a vendere la tenuta e di cercare di correggere il carattere della figlia iscrivendola in un collegio diretto da un ordine monacale. Luisa vi rimarrà “ rinchiusa” per dieci anni, trovando come unico sfogo alla esuberanza caratteriale le recite organizzate in collegio. Il suo mito è la grande Eleonora Duse e sogna di imitarla; Uscita dal collegio, Luisa trova il suo mentore e il suo pigmalione in Ciro Galvani, un filodrammatico abbagliato dalla bellezza della ragazza e pronto ad assecondarla ad ogni suo capriccio. Le insegna quel poco che sa di recitazione e non esita a sceglierla nel 1916 come protagonista di Scampolo, un commedia di Dario Nicodemo incentrata su una ragazzina dal carattere impetuoso che vuole riuscire ad ingannare un uomo bello e scaltro ma finisce per innamorarsi di lui; qualche cosa di molto simile alla commedia shakespeariana La bisbetica domata. Scampolo vedrà anche una riduzione cinematografica nel 1941, con Amedeo Nazzari e Livia Silvi per la regia di Nunzio Malasomma. Luisa interpreta a teatro il ruolo di Scampolo con molta grinta e grande temperamento; ha poi la possibilità di farsi ascoltare dal grande Ruggero Ruggeri in tournée proprio a Bologna; a lui si presenta come professionista con un nome d’arte inventato sul momento: Luisa Ferida. Luisa racconterà anni dopo che quel nome le era stato suggerito da un vecchio stemma appeso nella casa paterna dove era raffigurata una mano “ferida” da una freccia. Luisa entra così a far parte della Compagnia più importante d’Italia ed ha la possibilità di recitare e quindi di “imparare” accanto ad una scatenata Paola Borboni trentenne tutta fuoco e che già nel 1925, aveva suscitato grande scandalo presentandosi praticamente nuda nel ruolo di una sirena in Alga marina di Carlo Veneziani. E’ probabile che la presenza della Borboni si riveli troppo pesante per la provinciale Ferida che sogna il cinema. Decide così di lasciare la Compagnia per Roma, dove riesce ad ottenere una particina nel film di Corrado d’Errico La freccia d’oro. Lavora poi con Amedeo Nazzari e viene finalmente cercata e voluta da Alessandro Blasetti per Un’avventura di Salvator Rosa. Nel film, Luisa Ferida interpreta il ruolo della contadina Lucrezia meritandosi gli elogi della critica e del pubblico che apprezzano il suo modo di recitare grintoso ed asciutto molto lontano dall’enfasi che ancora caratterizzava le dive che “arrivavano” dal muto.
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