Amedeo Nazzari, note e filmografia
Amedeo Nazzari, all’anagrafe Salvatore Amedeo Carlo Leone Buffa, nato a Cagliari il 10 dicembre 1907 e scomparso a Roma il 6 novembre 1979. Il nome d’arte ( Amedeo Nazzari) era in realtà il vero nome del nonno materno, presidente della Corte di Appello di Cagliari. Il padre dell’attore, proprietario di un pastificio, muore in giovanissima età. La madre, Agenora, si trasferisce a Roma e lo iscrive in un collegio salesiano. Dalle recite scolastiche, Nazzari intuisce la sua vocazione per il teatro.
Figura maschia, lineamenti regolari e molto belli, una recitazione misurata, mai sopratono – così abituale in quell’epoca – fatta eccezione per la frase famosa: ” Chi non beve con me, peste lo colga”. Voce e volto tanto memorizzabili da rendere impossibile la fusione dell’attore con il personaggio. Nei suoi film, non esisteva l’alpino, l’emigrante, l’ingegnere, il pilota interpretati da Amedeo Nazzari ma c’era Amedeo Nazzari che in quel film “era” un alpino, un pilota, un ingegnere. Chi ce lo fa capire appieno, è Federico Fellini, il mago, quando gli fa impersonare nel film Le notti di Cabiria (1957) il ruolo del divo famoso che di nome fa Amedeo Lazzari (!). La carriera nel cinema di Amedeo Nazzari inizia nel 1935 con Ginevra degli Almieri per la regia di Guido Frignoni. A procurargli il ruolo e a raccomandarlo al regista, è Elsa Merlini che lo ha conosciuto in teatro ( gli esordi di Nazzari sono sul palcoscenico e datano dal 1927: a soli vent’anni in Compagnie prestigiose come quelle di Annibale Ninchi, Memo Benassi, Marta Abba). Ginevra degli Armieri non è un successo e Nazzari ritorna al teatro. Lo richiamerà nel cinema un’altra attrice di grande talento, Anna Magnani, allora moglie del regista Goffredo Alessandrini che insisterà col marito perché affidi al giovane attore il ruolo di protagonista nel film Cavalleria (1936).
La bellezza del giovane attore e il fascino della divisa faranno la fortuna di Nazzari e del film, che diviene la principale attrazione alla Mostra del Cinema di Venezia ed uno dei maggiori incassi del 1936. L’anno successivo è ancora in divisa, nel film che lo farà identificare come eroe dell’aviazione, Luciano Serra pilota (1937) sempre per la regia di Alessandrini. Nazzari riceve nel 1941 la Coppa del Ministero della Cultura Popolare come miglior attore per il film Caravaggio, il pittore maledetto (è con Clara Calamai, 1941, regia di Alessandrini ). Ad aumentare ancor più la sua fama, arriverà il successo de La cena delle beffe (è ancora con Clara Calamai, 1942, di Alessandro Blasetti). Durante la guerra interpreta una serie di film minori per ritrovare poi il pieno successo nel dopoguerra con Un giorno nella vita ( 1946, regia di Alessandro Blasetti, Il Bandito ( 1946, regia di Alberto Lattuada) e La figlia del Capitano (1947, regia di Mario Camerini). E’ molto richiesto anche all’estero; lavora in Spagna e in Argentina; al rientro in Italia, nel 1949, recita accanto alla emergente Silvana Mangano ne Il lupo della Sila (1949, regia di Duilio Coletti). Poi, c’è l’incontro con l’attrice greca Yvonne Sanson, Con lei interpreta il primo film strappalacrime Catene, sotto la direzione di un vecchio lupo del set, Raffaello Matarazzo. La critica lo distrugge, ma il botteghino lo premia. Così altri film sulla stessa falsariga, definiti da “ fotoromanzo “ seguiranno Catene. Questo genere verrà rivalutato circa venti anni dopo trovando ospitalità in numerosi Festival di Movie B. ( ricordo: Tormento ( 1950 regia di Raffaello Matarazzo), I figli di nessuno (1951 regia di Raffaello Matarazzo), Torna! (1955 regia di Raffaello Matarazzo), Pietà per chi cade ( 1954 regia di Mario Costa). Arrivano naturalmente anche i film impegnati, come Processo alla città ( 1952, Luigi Zampa), Proibito ( 1954, regia di Mario Monmicelli), Le notti di Cabiria ( 1957 regia di Federico Fellini) ed altri.
Amedeo Nazzari gira l’ultimo film nel 1972 ( Carteggio Valachi , regia di Terence Young).
La televisione gli rende onore, sia con remake che con offerte di partecipazioni. Poi, l ‘attore decide di ritirarsi per sopraggiunte difficoltà di salute. Muore in una clinica romana il 6 novembre 1979 all’età di settantadue anni. Lascia una figlia che l’ha seguito nel mestiere del teatro.
FILMOGRAFIA dal 1935 al 1945
Yo soy mi rival
1941_ Caravaggio, il pittore maledetto
1943_ Grazia
1944_La donna della montagna – Apparizione,
1946: Il bandito
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