Dria Paola ( all’ anagrafe Etra Pitto, nata a Rovigo nel 1909 e scomparsa a Roma nel 1993), è considerata una fra le maggiori interpreti del cinema italiano sino agli anni quaranta. Donna di straordinaria bellezza, già sul palcoscenico all’età di dieci anni, riesce poi ad ottenere una particina nel film muto Gli ultimi giorni di Pompei ( regia di Carmine Gallone e Amleto Palermi, 1926). Dria Paola non è una “maggiorata”. Preferisce inoltre vestire in modo da sembrare ancora più magra e longilinea. Ha la fronte ampia, braccia lunghe e mani molto belle, affusolate; ha un naso molto pronunciato, e lungo, ha “ l’aria di una donna che sembra constantemente raffreddata” secondo quanto scrivono Stefano Masi e Enrico Lancia. Il trionfo le arriva come protagonista del primo film sonoro italiano, La canzone dell’amore, al fianco di un’altra famosa donna dello schermo di queì tempi:  Isa Pola. Secondo la critica nazionale, il suo miglior film è comunque da considerarsi Fanny, del 1933 per la regia di Mario Almirante. Dria Paola ha scritto una curiosa autobiografia, oggi introvabile. Malgrado l’enorme popolarità, Dria Paola non godrà una  lunga carriera: il suo ultimo film è del 1942, quando l’attrice ha solo 33 anni.