5_Il montaggio creativo

    5_ MONTAGGIO  CREATIVO: le didascalie

    Il concetto di  montaggio io l’ho scoperto nei film muti visionati nei Cine-club.

    In particolare trovavo affascinante la cesura  tra scena e scena, o all’ interno della stessa scena,   provocata  dall’intervento della didascalia.

    C’era l’aggancio diretto con i cantastorie  che nelle Fiere di paese, illustravano fatti di cronaca o leggende,  su grandi cartelloni. I cantastorie sono stati i padri della lanterna magica e veri antesignani del cinema, se si riflette  che,  per raccontare,  facevano  uso delle stesse armi del film: immagine, musica e parola. Quella bacchetta che si spostava da un disegno all’ altro aveva la stessa funzione della didascalia del cinema muto.

    DIDASCALIA

    All’inizio consideravo quella leggenda , come qualche cosa di fastidioso, un di più da utilizzare per coprire manchevolezze degli attori o  difficoltà della trama;  qualche cosa da accettare come aiuto al commentatore dal vivo, l’imbonitore che dopo aver raccolto spettatori dalla strada  si prodigava poi a leggere ad alta voce la “didascalia” a favore dei numerosissimi analfabeti presenti in sala. Altri spettatori, quelli che leggere sapevano,  si univano  all’imbonitore per non far la figura di ignoranti e così, quasi a coprire il rumore della macchina da proiezione,  nasceva nella sala un coro di voci che completavano l’azione tremolante dello schermo. Una partecipazione viva, da comprimari e che concorrerà – ma è una mia idea – a costruire il senso di partecipazione collettiva presente nelle sale sino al giorno d’oggi. In realtà la mia era una riflessione ragionevole solo in parte, perché la didascalia era ed è qualche cosa di più importante: è l’inizio , l’origine, la radice di quello che oggi va sotto il titolo di montaggio.  Il suo intervento non è solo o esclusivamente esplicativo ma racconta qualche cosa che l’immagine non ha o non è riuscita a descrivere come  lo stato d’ animo di uno dei protagonisti. Facciamo un esempio pratico.

    Una donna  a letto con il suo amante  giace,  languida,   alle sue carezze . Ora la storia ci deve far capire che la porta si sta aprendo e che sulla porta non apparirà un cameriere, ma suo marito! Come fare nel magico mondo silenzioso del film muto dove ancora gli stacchi non sono stati codificati?

    una didascalia,  come un grido:


    Gli occhi sgranati della fedifraga, nella scena successiva,  ci porteranno verso la tragedia del   colpo di rivoltella.

    Altre volte,  sempre all’interno della scena  -  ricordo che  si girava con una sola macchina e una sola inquadratura alla volta- si interviene con una scritta per rendere più comprensibile il rapporto fra due persone ed altre ancora  per accrescere il pathos della scena finale come  la morte di Violetta, resa ancora più tragica da quell’ accenno alla felicità raggiunta e non goduta.

    Sono convinto che non sia necessario che io vi spieghi come un montatore e un regista di oggi avrebbero girato e montato quella scena.

    Ci potete arrivare da soli, anzi: consideratelo un compito per la vostra immaginazione creativa.

    SEGUE…

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