• Luce e Colore

Oreste Biancoli

Una quadratura di La Mazurka di papà con Vittorio De Sica e Umberto Melnati

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Oreste Biancoli

( 1897/1971)

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Laureato in giurisprudenza, giornalista, redattore de “Il Resto del Carlino” sino al 1926. Firma anche per altre testate come “Il Secolo”, “L’Ambrosiano”, “La Fiera Letteraria”, “Grandi Firme”; A partire dal 1928 comincia ad occuparsi di teatro, scrivendo una serie di divertenti commedie in collaborazione con Dino Falconi per le le più note compagnie del momento, come quelle di Almirante, Tofano, Niccodemi, Gandusio, Ricci e tanti altri L’attività di Biancoli come autore di rivista continuerà anche negli anni del dopoguerra, malgrado la sua intensa collaborazione col il mondo cinematografico

Come sceneggiatore firma oltre 93 film.

Fra le sue opere più conosciute, Cavalleria ( 1936), Mille lire al mese (1939), la Gerla di papà Martini ( 1940), Piccolo alpino (1941), Addio Kira! (1942), Il bandito (1946), Ladri di biciclette e Natale al campo 119 ( 1948), Domani è un altro giorno (1951), Don Camillo (1952), Il cardinale Lambertini ( 1954), rosso e Nero (1955), Il moralista (1959). La sua ultima sceneggiatura è del 1964: L’idea fissa, regia di  Mino Guerrini e Gianni Puccini con Maria Grazia Buccella e Lando Buzzanca.

Come regista, ha firmato 9 film.

Il primo è  Stasera alle undici, del 1938, poi La mazurka di papà, Amicizia (1938)Stasera alle undici, L’eredità in corsa (1939)Piccolo Alpin0 (1940) Il sogno di tutti (1940), Il chiromante (1941), La carica degli eroi (1943),  Penne Nere (1952).

Nella Mazurka di papà, firma anche le parole delle due canzoni  (“Bimba mia, non mi resistere”, “Come quelli d’oggidì”)

Ha diretto attori di grande valore come Memo Benassi, Sergio Tofano, Vittorio De Sica, Umberto Melnati, Elsa De Giorgi, Elsa Merlini, Nino Besozzi, Enrico Viarisio, Aristide Baghetti, Erminio Macario, Carlo Rizzo, Valentina Cortese, Elisa Cegani, Marcello Mastroianni, Marina Vlady.

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Nonostante sia stato uno dei personaggi più significativi della nostra cultura fra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, Biancoli è,  oggi,  immeritatamente dimenticato.

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