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La signora di tutti, trama e note

cast1 LA SIGNORA DI TUTTI

la-signoda-di-tutti-1934

Genere

Genre: drammatico

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Trama-Plot: Come racconta una didascalia al decimo minuto del film, Gaby Doriot, la diva che ha tentato il suicidio ed ora giace sul tavolo operatorio dove i medici disperano di salvarla, “ Nel sonno della narcosi tutta la sua vita le appare in una vertigine di sogno” Così la donna è costretta a misurarsi in un lungo flash back con i momenti della sua vita, l’infanzia accanto ad un padre severissimo poi la notorietà, la fama e con la fama iil cinismo e i momenti tragici: Un uomo, un professore, si suicida per lei; per lei, un altro uomo dissipa tutte le sue sostanze; il dramma economico provoca la paralisi della moglie ignara,  finchè l’uomo finisce ucciso sotto una automobile mentre intorno a lui tutti i manifesti raccontano l’ascesa della cinica diva. Infine, la donna apprende che l’unico uomo da lei amato ha sposato la sorella; non regge alla notizia e in una lettera dichiara la sua volontà di uccidersi perché: “ Nel film ho avuto il grande successo e ho conquistato ciò che la gente chiama felicità. Ma nella vita sono rimasta così sola! …” Nell’ultima sequenza, mentre le rotative ancora stampano a getto continuo l’immagine della diva, arriva il capo tipografo e urla: “Stop!” : Le rotative si arrestano, la vita di Gaby Doriot si è fermata.

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1. Note-Notes: Una copia del film si trova presso la Cineteca Italiana- Archivio Storico – Milano. Il film è stato girato negli Stabilimenti della Cinès a Roma.

2. Note-Notes: Il film è stato premiato alla II° Biennale di Venezia con la coppa del Ministero delle Corporazioni come “ Il film italiano tecnicamente migliore”. Esce in Germania come Eine Diva für alle ( Una diva per tutti) con una durata ridotta a 85’

3. Note-Notes: Daniele Amfitheatrof è Daniel Dax. Registrazione sonora con il sistema Rea Photophone della RCA.

4. Note-Notes: Federico Benfer è il nome italianizzato di Friedric Benfer, nato a Napoli il 28 agosto 1905  e morto a Milano il 30 gennaio 1996. Attore, figlio di genitori tedeschi, si impiega nel settore alimentare e arriva al cinema quasi per caso, a ventidue anni in Ich war zu Heidelberg Student ( Ero uno studente di Heidelberg, 1927) . Nel 1934 arriva in Italia e recita in La signora di tutti . Seguono altri film: Lucrezia Borgia, Mamma, Confessione, Turbine, Oro Nero. Con l’arrivo della guerra, Frederich viene arruolato nella Wehrmacht. Termina così la sua carriera di attore.

5. Note-Notes: Gli sceneggiatori del film non sono indicati nei titoli di testa come gli attori: Mattia Sassanelli, Luigi Barbieri, Gildo bocci, Andrea Checchi, Achille Majeroni, Alfredo Martinelli, Egisto Olivieri, Attilio Ortolani, Giulia Puccini, Vinicio sofia, Ines Zacconi, Elena Zareschi, Zoe Incroci, Carlo Lombardi, Elda Maris, Carlo Romano.

6. Note-Notes: E’ il solo film girato in Italia dal regista Max Ophüls.  Importante anche sottolineare che, con questo film, Angelo Rizzoli entra nel mondo della produzione cinematografica. La signora di tutti , pubblicato a puntate sul suo settimanale “Novella” aveva trascinato le vendite da 150.000 copie a 250.000. Inevitabile che si pensasse a farne un film con la presenza dell’ Editore come produttore. La ricerca della protagonista avviene tramite un concorso lanciato dal settimanale. Si racconta che sia stato le stesso Angelo Rizzoli a scegliere Isa Miranda.

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7. Note-Notes: dalla critica dell’epoca:Dai timidi e semplici amori di Liebelei, a quelli incoffessabili e grevi di La signora di tutti, il passo non è lieve e c’era pericolo che la vena così delicata del direttore austriaco (sic) non reggesse all’impeto di passioni così rovinose (…). Questo pericolo si è fatto sentire specialmente nelle presentazioni iniziali dei personaggi, la cui violenza appare ingiustificata ed un tantino arbitraria…Inoltre, la prima parte (del film) è una rievocazione troppo frammentaria e gratuita “sebbene non banale” della lontana vita della donna…Anche la tecnica di Ophüls, quell’ondoso e perenne procedere dell’obiettivo in tutti i sensi e in tutte le direzioni, trova una sua ragione drammatica soltanto nella seconda parte, così unitaria, movimentata e febbrile…La rivelazione del film è Isa Miranda (…) La sua espressione, la sua figura, piena di terribile, miserevole e stanca stupefazione, hanno molto contribuito a spiegare la natura del carattere della protagonista che ne aveva veramente bisogno.” ( Sandro De Feo, dalla Mostra di Venezia in Il Messaggero, 17 agosto 1934).

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