• Luce e Colore

L’avanspettacolo

L’avanspettacolo, o il Teatro di avanspettacolo si sviluppa in Italia intorno agli anni trenta e durerà sino alla metà degli anni cinquanta. L’ avanspettacolo nasce dalle ceneri del teatro leggero o Varietà in auge sino a quando il fascismo non decide di concedere forti sgravi fiscali ai teatri italiani che scelgano di trasformarsi in sale di cinema. Pur di sopravvivere, capocomici, ballerine, trii musicali e maestranze tecniche, si adattano allora a costruire uno spettacolo molto breve ( non più di un’ora) da poter esser messo in scena ” prima” dello ” spettacolo ” cinematografico. La scaletta prevedeva la presenza di un comico, di una prima donna o soubrette, di un corpo di ballo ( cinque, dieci ballerine) e di un cantante. Alcune compagnie più strutturate presentavano talvolta anche numeri di magia e di equilibrismo. Vi era, ovviamente, un avanspettacolo di serie A ed uno di serie B. ovvero, compagnie molto povere cui era negato esibirsi in cinema-teatri di città ed erano costrette a battere teatrini di provincia e di paesi sotto la continua minaccia del capococomico che annunciava ” Bambole, non c’è una lira”; ma è di artisti dell’avanspettacolo che si alimenta il teatro di Varietà, e della Commedia musicale e il cinema. Ricordiamo Eduardo De Filippo, Totò, Aldo Fabrizi, Lino Banfi, Erminio Macario, Alberto Sordi, Renato Rascel, Mario Riva, Riccardo Billi, e tanti, tantissimi altri. Molti i film dedicati a questo mondo;citiamo in particolare  Luci del Varietà che vede l’esordio alla regia di Federico Fellini (affiancato da Alberto Lattuada) e Polvere di Stelle per la regia di Alberto Sordi. Le prime donne o soubrette, con il nome in cartellone, godevano di grande popolarità anche fra il pubblico delle compagnie più scalcinate. L’avanspettacolo andrà esaurendosi per l’arrivo della televisione e dei film hard. Gli ultimi presentavano anche numeri di spoglierello ma non era più la stessa cosa, non c’era più il comico dalle battute antigovernative ( anche durante il fascismo) e le ballerine che si esibivano alla fine dello spettacolo sculettando sulla passerella tra fischi, lazzi e dichiarazioni d’amore.

Quello della passerella, era il momento clou dello spettacolo. Si rubavano i fiori dai giardini pubblici per offrirli alle ballerine. Le ballerine ringraziavano accostandosi al donatore che aveva così la possibilità di dare una occhiata più attenta al seno o alle cosce e a respirare quel profumo di cipria e sudore che sapeva di peccato.

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