• La Sceneggiatura

Sceneggiare è raccontare

Sceneggiare è raccontare una storia da trasformare in immagini. Significa prendere il racconto già sviluppato nel trattamento figlio del soggetto, e compiere il miracolo di riuscire a mutarlo, attraverso il linguaggio del cinema in una opera che “si vede”, che non può essere altrimenti percepita se non attraverso lo scorrere delle inquadrature, delle scene, delle sequenze. Per riuscirci è necessario possedere molta fantasia, una buona conoscenza della grammatica filmica e un amico, almeno uno, con cui condividere lo sforzo dell’immaginare. Un altro buon consiglio è diffidare di chi parla di “architettura della scena” o di “sviluppo verticale” della sceneggiatura o del valore della scena.  E’ bene non sentirsi un Vincenzoni, un Age, uno Scarpelli o, per finire, un Tonino Guerra o un Rodolfo Sonego. E’ bene restare umili, con i piedi per terra e ricordarsi che un grande produttore italiano era solito riunire per le prime fasi della stesura,  più persone e tra queste un tizio che lui definiva il “cretino”. Il cretino, quello che con le sue idee strampalate muoveva la reazione degli “intelligenti” a concepire per il meglio la scena. Cercate di non essere voi il “cretino”.
Un buon modo per evitare di esserlo è partire dalla prima considerazione. Ovvero:

Qual è la durata della storia?

Quanto dura una storia da filmare?

Nel lungometraggio, la durata della sceneggiatura tiene conto della durata del film che è standard (fatte le dovute eccezioni) e ruota intorno ai cento minuti. Nel documentario gli standard televisivi orientano verso una durata media di quindici minuti ed una durata massima di 30. Solo in casi eccezionali il lavoro può arrivare a 60 minuti.
Nel Corto, la estensione varia da pochi minuti a quindici, a seconda del senso della storia. E va tenuto conto che,   nel Corto,   il valore della sintesi della capacità di racchiudere più storia e più emozione in tempi brevissimi è il pregio capitale e ne rappresenta la sua ragione d’essere.

Non si scrive e non si produce un Corto solo perché si hanno pochi soldi così come non si sceglie un sonetto per raccontare la Gerusalemme Liberata. Il Corto è una scelta narrativa, una novella che difficilmente può essere trasformata in romanzo, un Atto Unico che è tale perchè così è la storia che in esso viene raccontata. Con questo spirito, proviamo a scrivere la sceneggiatura de:

L’appuntamento di Sergio Monetta.

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Commenti [1]

  1. Jessica-online Says:

    quello che stavo cercando, grazie