Gli ultimi della strada_1940
Original title: GLI ULTIMI DELLA STRADA
Regia – Direction: DOMENICO PAOLELLA
Primo aiuto regia – First assistant director: Pino Mercanti
Secondo aiuto regia – Second assistant director: Aldo De Lisi, Agar Pampanini
Produzione – Produced by: Cesco Colagrosso per SCHERMI DEL MONDO
Direttore di produzione – Production manager: Cesco Colagrosso
Soggetto – Writing: Domenico Paolella
Sceneggiatura – Screenplay: Domenico Paolella. Remigio Del Grosso, Pio Vanzi, Vittorio Malpassuti
Cast: Oretta Fiume (è Regina), Roberto Villa (è Mario), Guido Notari (è il comandante), Dina Romano (è Martina, la domestica di Mario), Leo Melchiorri, Mario Artese, Pino Locchi (è il ragazzo), Carlo Bressan, Mario Sclanizza, Carlo Guadagno
Fotografia – Director of photography: Mario Albertelli
Operatore – Camera operator: ?
Musica – Original music: Costantino Ferri
Montaggio – Editor: Gabriele Varriale
Scenografia – Set decoration: Piero Morigi, Giuseppe vittorio Ugo
Costumi – Costumes: ?
Arredamento- Interior decoration: ?
Scenotecnico – Art direction: ?
Suono – Sound: Victor Wilson
Formato – Film negative format: mt. 2190 B/N 35mm
Durata, Runtime: 80’ minuti ca
Distribuzione – Distribution: Cinematografica Tirrenia
Data di uscita – Release date: giugno1940 ( v.c: 30944 del 08-03-1940)
Titolo provvisorio:
*
Genere – Genre: ?
Trama-Plot: ?
1. Note-Notes: girato negli Studi (?) esterni a Napoli
2. Note-Notes: Domenico Paolella ( 1915 / 2002) è considerato uno dei più prolifici autori del cinema italiano. Ha prestato la sua opera come aiuto regista, sceneggiatore, soggettista e regista. I critici considerano il suo miglior successo La preda ( 1974), con Zeudi Araya e Franco Gasparri, ma il suo grande valore è nella documentaristica ( direttore della Settimana Incom gira centinaia di servizi. Anche Cannes lo premia per il suo lavoro sulla Tragedia dell’Etna). Negli anni 40/45 gira questa solo film come opera prima.
3. Note-Notes: dalla critica del tempo: “ La strada che Paolella, percorre con questo suo primo film l’aveva già segnata in alcuni documentari (…) come in Arco felice e in Ritorno alla vita; insomma, partito dalla propaganda per la propaganda egli ora ha voluto trasportare su un piano artistico il problema della bonifica umana; dalla documentazione è passato alla osservazione (…) Paolella, forse per amore di troppa semplicità o per eccesso di documentazione (…) è qualche volta scivolato nella retorica (…) quel quadro di colore del suonatore cieco (…) il manierato amore che sbocca tra la selvatica giovinetta e l’ingegnere ancora imberbe (…) non sono naturali per eccesso di naturalezza. Tuttavia non sono pochi gli episodi nei quali Paolella dà innegabili esempi di gusto, di misura e di sensibilità.” (Francesco Callari, in Film, luglio 1940).
Domenico Paolella
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