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ALESSANDRO BLASETTI. (Roma, 1900 – ivi, 1987) Attore, montatore, sceneggiatore, regista. E’ ancora oggi indicato come  uno dei maggiori registi di “fede fascista” per il suo primo film “ Sole” ispirato al realismo sovietico ed ambientato nelle paludi pontine, e per “ Vecchia guardia”, un film ideato per celebrare le camicie nere. Ma se il primo aveva incontrato la piena ed incondizionata approvazione del Duce, per il secondo non fu così perché le autorità lo giudicarono “  troppo poco eroico” . Del resto, inquadrare Blasetti nella retorica cinematografica del periodo fascista non è solo riduttivo ma anche poco veritiero. Ricordo che quando “ La corona di ferro “ venne presentato a Venezia, Goebbels, ministro della cultura del Reich ed ospite alla manifestazione veneziana uscì infuriato dalla proiezione dichiarando che se in Germania un regista si fosse azzardato a girare un film come “ La corona di ferro” sarebbe stato messo al muro senza troppi preamboli perché di tutta evidenza è un’opera che si pronuncia  contro il potere assoluto, quel tipo di potere presente in Germania come in Italia. Più che asservito alla politica del fascismo, la vera natura di questo maestro si rivela in film come “ 1860” straordinario affresco della epopea garibaldina o in “ Quattro passi fra le nuvole”, considerato da molti il suo capolavoro ed indubbiamente un antesignano del neo-realismo italiano. Alessandro Blasetti ha inoltre, una altra dote, ed è quella di riuscire a sfiorare lo scandalo per far parlare di sé e dei suoi film. Nel 1942, non esita a mostrare il seno nudo di Clara Calamai nella Cena delle beffe,

sollevando le proteste del Vaticano ma rafforzando e di molto la sua popolarità. Alessandro Blasetti si avvicina al cinema non per caso, ma per vocazione. E’ – prima –  un critico molto attento, poi si intrufola come comparsa in un film di Camerini e collabora – non richiesto – a risolvere un piccolo problema tecnico. “ L’operatore mi ringraziò entusiasta – ricorda – ma non il regista; il giorno dopo io venni licenziato,  ma  avevo capito che quel mio amore infantile per i burattini era l’indicazione che nel cinema avrei trovato la mia strada”. Gli inizi come regista non furono facili: Sole si rivelò un fiasco, e così Resurrectio, film sonoro realizzato un anno prima de La canzone dell’amore, ma inspiegabilmente distribuito dopo il film di Righelli. Blasetti, aveva  fama di un regista “ duro”, inflessibile sul set; ma con gli attori riusciva ad instaurare un rapporto profondo; e aveva “occhio”:  fu lui a togliere Marcello Mastroianni dalle tavole del  palcoscenico per farlo esordire nel cinema e fu lui a costruire una della coppie più celebri – o la più celebre  in assoluto – del cinema italiano: Loren- Mastroianni nei due film: “ Peccato che sia una canaglia e “ La fortuna di essere donna” . E Monica Vitti deve a lui la “ scoperta” di essere anche attrice comica di grande talento. Sono tali e tante le novità e le invenzioni che Alessandro Blasetti ha portato in dote al cinema italiano che riesce difficile operare delle scelte per queste brevi note: precursore del neorealismo, creatore del genere  fantasy, dello storico condito con un po’ di sesso, della commedia all’italiana e dei film ad episodi del primo dopoguerra e dell’entertainement (Europa di notte).

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