Corto in Corto : 1973_Giovannona coscialunga, disonorata con onore

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1973_Giovannona coscialunga, disonorata con onore

Film, Il Cinema Italiano, cinema erotico

Titolo originale

Original title: GIOVANNONA COSCIALUNGA disonorata con onore

Regia, Direction: Luciano Martino

Aiutoregia, Assistant director: Michele Massimo Tarantini

Segretaria di edizione, Script. Evy Farinelli

Produzione, Produced by: Luciano Martino per la DANIA FILM con il contributo del Ministero dello Spettacolo

Direttore di produzione, Production manager: Lamberto Palmieri

Soggetto, Writing: Tito Carpi, Luciano Martino
Sceneggiatura, Screenplay: Francesco Milizia, Carlo Veo, Franco Mercuri

Cast: Edwige Fenech, Pippo Franco, gigi Ballista, Riccardo Garrone, Sandro Merli, Danika La Loggia, Adriana Facchetti, Armando Bandini, Vincenzo Crocitti, Sandra Dori, Gino Pagnani, Carla Mancini, Luigi Leoni, Nello Pazzafini, Patrizia Adiutori, e con Francesca Romana Coluzzi, Vittorio Caprioli

Fotografia, Director of photography: Stelvio Massi

Operatore, camera operator: Michele Pensato

Assistente operatore, Assistano camera operator: Valentino Sabatini

Musica, Original music: Guido e Maurizio De Angelis

Montaggio, Editor: Attilio Vincioni

Assistente al montaggio, Editor assistant: Teresa Negozio

Scenografia, Set decoration: Giovanni Natalucci

Costumi, Costumes: Oscar Capponi

Pittore , Art Department: Luigi Urbani

Trucco, Makeup: Raffaele Cristini

Suono,Sound: Bruno Zanoli

Formato, Film negative format: 2798 mt bn 35mm

Durata, Runtime: 100′ ca

Distribuzione, Distribution:

Data di uscita, Release date: 1973 (v.c. n. 62160 del 06.04.73 )

Genere, Genre: commedia comico/erotica

Trama-Plot: Un industriale di pochi scrupoli, si trova sotto inchiesta per inquinamento delle falde acquifere. Gli viene suggerito di cercare l’amicizia e l’appoggio di un depotato, l’onorevole Pedicò, corruttibile con la mazzetta e l’offerta di una bella donna. Purtroppo, la moglie dell’industriale è brutta e bigotta, cos’ l’uomo incarica il segretario di rimediare una prostituta che finga per un paio di giorni di essere la sua consorte e si conceda all’onorevole. La cosa si presenta più difficile del previsto con i solito equivoci all’italiana, mentre la prostituta si innamora del segretario dell’industriale. Finiranno di nuovo sulla strada, l’una a prostituirsi e l’altro nel ruolo di un patetico “protettore”.

1. Note-Notes: Girato negli stabilimenti De Paolis

2. Note-Notes: Il regista Sergio Martino, è fratello del produttore Luciano Martino e nipote del regista Gennaro Righelli – uno dei più importanti registi negli anni 1920/1950.

3. Note-Notes: dalla critica: ” Sergio Martino: Anche i più noti critici cinematografici sono stati costretti ad ammetterlo: nonostante i pochi successi (per lo più spudorate imitazioni di film altrui) di Sergio Martino, questo regista ha comunque saputo creare delle pellicole che sono diventate dei cult. Non è uno dei più grandi registi dell’horror e della paura, certo, ma in fatto di violenze e torture, scene truculente e sanguinarie, ha fatto passare al pubblico notti alquanto tormentate… anche se di serie B. Gioca con gli stomaci forti, andando incontro agli amanti del lato più bestiale e orripilante, stringendo un sottile legame con quell’horror all’italiana che vedeva autori come Fulci, Bava e Deodato dominare incontrastati. I più smaliziati fan del genere non chiedevano altro che si riconoscesse: Sergio Martino è un buon regista, che supplizi e spargimenti di sangue a parte, si è meritato il fatto di essere apprezzato dal pubblico per piccoli e spassosi capolavori calcistici che lo hanno spinto, a più di 20 anni di distanza, a realizzare sequel degni di nota. È uno di quegli autori che ha contribuito a fare di Edwige Fenech una bad girl del nostro panorama cinematografico, ma soprattutto è si è reso conto che tutto quello che conta, l’unica cosa che conta mentre si gira, è quello che viene ripreso dalla macchina da presa. Tutto il resto, il dietro le quinte, i “rumori fuori scena”, buoni o cattivi che essi siano (si è spesso criticato il suo basso e squallido umorismo da caserma o le troppe nudità di qualche bellezza), non contano ( leggi tutto l’articolo, sul Sito del corriere della Sera)