• Luce e Colore

1. L’Italia nella Grande Guerra

1914 Cinema&Società

cinema e società

La Prima Guerra Mondiale scoppia nell’ agosto del 1914. Da prima l’Italia si dichiara neutrale, incerta se intervenire a fianco o contro l’ impero Asburgico non per ragioni ideologiche, ovviamente, ma per convenienza di territori da acquisire. L’opinione pubblica è, all’inizio, contro la guerra quando Mussolini già molto presente sulla scena politica, si schiera con gli interventisti dopo essere stato contro ( le malelingue sosterranno che il cambiamento fu provocato da una forte somma elargita al futuro Duce da emissari del governo francese), mentre D’ Annunzio, il “vate” invoca la guerra in nome della italianità di Trento e Trieste. La propaganda “a favore” si fa martellante su quasi tutti i giornali della penisola, si schierano per l’intervento filosofi come Giovanni Gentile e Benedetto Croce, scrittori come Prezzolini, Curzio Malaparte, Giovanni Papini e le classi della media borghesia e gli studenti e gli insegnanti che scendono in piazza al grido di “Giolitti , traditore della Patria”. Si parla di guerra risorgimentale, si prende a pretesto le violenze e le limitazioni alla libertà individuale imposte dall’ Impero Asburgico a danno degli italiani, dei serbi e degli sloveni nei rispettivi territori. Nessuno sembra voler tener conto della disastrosa situazione economica dovuta al terremoto di Messina ( 1908) ed alla guerra in Libia.

E’ anche un momento socialmente difficile per il lento passaggio dalla civiltà contadina a quella industriale dominata da una feroce legge del profitto. La lira, ha perso la parità con l’oro; in caso di conflitto, la nostra flotta mercantile non sembra essere in grado di garantire gli adeguati rifornimenti di viveri e materie prime. Si intonano canti, si organizzano cortei tra sventolare di tricolori e inni di guerra.


E arrivano le cartoline precetto; sono come un vento di orrore sulla testa di giovani che ancora non hanno capito di essere italiani, ignorano l’esistenza delle Alpi e di Trento e Trieste non ne hanno mai sentito parlare. Saranno in tanti a ribellarsi; più di quattromila richiamati perderanno la vita, prima dell’inizio delle ostilità, fucilati come disertori.

Vedi:

2. L’ ITALIA NELLA GRANDE GUERRA


SUGLI SCHERMI DEL 1914

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