La figura umana


    La sola misura su cui non può esservi equivoco, è la figura umana.

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    La sola misura su cui non può esservi equivoco, è la figura umana.
    Sulla “grandezza di un uomo” non è possibile accettare equivoci. Certo, possiamo alzare di qualche decina di centimetri qualunque attore di piccola statura, con delle pedanine poste sotto i suoi piedi; ma se dobbiamo renderlo più massiccio, ad esempio, siamo costretti a rimpicciolire gli oggetti che quell’attore usa abitualmente. E’ noto, ad esempio che John Wayne si faceva fabbricare fucili di dimensioni ridotte, sì da far appare le sue mani manone e la sua statura massiccia, la sua forza più evidente.
    Se al contrario il racconto vuole figure umane ridotte all’altezza di un topo, allora dovremo ingrandire tutti gli oggetti che le circondano: case, grondaie, trappole, sedie, ecc. Fatti salvi questi casi eccezionali, possiamo dunque stabilire che l’altezza umana è sullo schermo inalterabile e costituisce quindi un preciso metro delle apparenze cinematografiche.
    Per questa ragione, i vari tipi di inquadrature, tipi che esprimono altrettante distanze, vengono classificati in relazione al modo in cui il quadro cinematografica taglia la figura umana.

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