La distanza cinematografica

    Col migliorare della sensibilità della pellicola e degli obiettivi,

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    il modo di raccontare con le immagini si raffina. C’è una maggiore disponibilità di movimento senza perdere il fuoco, è possibile inquadrare un personaggio in primissimo piano ed un altro sullo sfondo ad una distanza tale da conferire l’illusione di una buona profondità di campo. Oppure giocare sulla messa a fuoco prima dell’oggetto distante e poi di quello ravvicinato ed aggiungere questo effetto nel bagaglio della struttura narrativa. La sceneggiatura si fa più complessa, l’immaginazione può usufruire di nuovi orizzonti. Arriva la necessità di indicare le varie distanze cinematografiche tutti allo stesso modo; è solo una tabella ma non è solo una tabella. E’ l’inizio della scrittura cinematografica.messa f uoco.jpgTecnicamente, ad un piano determinato corrisponde l’impiego di un determinato obiettivo. Così è ancora oggi, per chi usa la pellicola e le cineprese. Ma la stragrande maggioranza delle telecamere montano solo uno zoom, che comprende buona parte di quegli obiettivi, anche se con differente effetto cromatico, tenuta del fuoco ed assorbimento della luce. E’ dunque allo zoom che dobbiamo far riferimento; informarvi troppo dettagliatamente sull’uso dei vari obiettivi appare francamente solo una perdita di tempo. Ma qualche cosa è necessario conoscerla, anche per riuscire ad usare correttamente il nostro solo obiettivo.

    le fotografie originali sono di giuseppe gallone©

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