• Film

Ognuno per sé

Titolo originale:
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OGNUNO PER SE’ (1967)
Regia: Giorgio Capitani
aiuto regia: Marcello Crescenzi
Produzione: PCM-Einchberg Film
Soggetto: Fernando Di Leo
Sceneggiatura: Fernando Di Leo, Augusto Caminito.
Cast: Van Helfin, Gilbert Roland, Klaus Kinski, George Hilton, Sarah Ross,Teodoro Corra, Rick Boyd (Federico Boito)
Fotografia: Sergio D’Offizi
Musica: Carlo Rustichelli
Montaggio: Renato Cinquini
Scenografia Franco Bottari
Costumi ?
Trucco Giulio Natalucci
Formato: 35mm colore Eastmancolor
Durata: Durata originale:106’ca.

Data di uscita: 6 Agosto ’68 in Germania ovest/11 Marzo ’70 negli USA
Distribuzione: ?
Genere: western
Nazione: Italia/Germania

Trama:
Il cercatore d’oro Sam Cooper (Helfin), deve trasportare un carico prezioso da una sperduta miniera fino in città. Decide allora di mettersi a capo di un manipolo male assortito di cui fa parte il suo figlioccio Manolo (Hilton) e l’amico di quest’ultimo, detto il biondo (Kinski). A i pericoli esterni si aggiunge l’avidità degli uomini del gruppo che covano anche vecchi rancori tra di loro.


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Il Regista: Giorgio Capitani,
regista cinematografico, nasce a Parigi nel ’27.Comincia giovanissimo a lavorare nel cinema, collaborando a film di cassetta a basso costo, con i proventi di questo lavoro potrà produrre negli anni ‘50 i suoi primi film. Nel ‘64 arriva, come a tanti l’occasioe di fare un film
mitologico: “Ercole, Sansone, Maciste, e “Ursus , gli invincibili” Negli anni successivi dirige con professionalità, commedie brillanti, prodotti di “cassetta” senza pretese, da “Pane Burro e Marmellata” ai “Due Pompieri 2”. E con la stessa onestà professionale affronta la televisione, dirigerà serie famose e fortunate come “Il Maresciallo Rocca” nel 1996 e “Commesse” nel 1999.
“Ognuno per se” é, come western, figlio unico di Capitani, vuole essere un omaggio a “Il Tesoro della Sierra Madre” e concede poco al western – spaghetti giusto qualche scena come quella nella quale kinski entra vestito da reverendo nel saloon e ordina…un bicchiere di latte; molto ben curati i caratteri dei personaggi, sottile l’allusione di un rapporto omosessuale tra “Manolo” e il “Biondo”.

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