NASCE IMPARATO.

Dopo una vita passata a sognare immagini, montare immagini, immaginare immagini, mi trovo improvvisamente sommerso dalle immagini. E la cosa, non mi fa e piacere, anzi, mi preoccupa. Il corso delle nuove tecnologie, poco più di un rigagnolo quindici anni fa, si è trasformato in un fiume impetuoso. L’analogico prima, poi il digitale, sempre più affidabili, facili da usare, pronti in ogni momento, ci permettono di filmare di tutto e con tutto: telefonini, telefoni di casa, telecamere da tenere in mano, in tasca, nel cappello, nell’ asola della giacca.
Non ho nulla contro il progresso e con quello che ci facilita la vita. Il fatto è che questo impetuoso avanzare, proprio come un fiume gonfio d’ acqua, ha eroso prima e trascinato poi verso il nulla, preziose conoscenze figlie del lavoro, della fatica, dell’ apprendere quotidiano.
Solo poche settimane per conoscere alla meno peggio un programma Avid e sei, ti senti e ti firmi montatore. Poche ore per scoprire i bottoni on-off di una qualunque telecamera e ti reputi un operatore; una fotocellula ti trasforma in poche ore in un direttore alla fotografia, ovvero come definirsi scrittori perche esperti conoscitori di un programma di scrittura elettronica. Beh, non è così. Nessuno nasce imparato, nemmeno Federico Fellini. E comunque, conoscere un linguaggio affascinante quanto quello cinematografico può rivelarsi importante anche per chi, tra di voi, è nato imparato.

Scritto da Giulio Berruti lunedì, 30 luglio 2007 alle ore 23:37 [Permalink]