• A proposito di...

Ciao Corrado

Anche se cerchiamo di giustificare in qualche modo la scomparsa di un amico (era vecchio, era ammalato, era stanco) vi sono abbandoni  che non hanno giustificazione e così è per Corrado Farina. Un uomo mite mai aggressivo, capace di sognare e di continuare a credere nelle sue idee, nel suo mondo, nella realtà di una famiglia costruita con amore e un poco di ironia, quel tanto bastante a lasciare andare i figli per la loro strada. Ricordo le nostre sedute di sceneggiatura per Hanno cambiato faccia, il mio ostinato anticlericalismo, la sua pazienza per i momenti di contrasto e quando lo sentivo in dubbio per qualche scelta da realizzare  ” Corrado – gli dicevo – tu credi di essere un artista e sei un artista; io credo di essere un artigiano e sono un artigiano: L’artigiano non va mai alla ricerca del paio di scarpe che ha confezionato mentre l’artista sì, perché le sa uniche. ” E  Corrado mi guardava come si guarda qualche cosa che non si capisce bene, ma non replicava; e ricordo quando fummo costretti – malgrado tutti i nostri espressi timori  - e rimetter le mani nei cestoni per salvare il salvabile di Baba Yaga distrutto dalla censura, mentre il produttore latitava. E quando a Lisbona per le riprese di Dialoghi dell’acciaio in un momento di crisi

(” G iulio, non so cosa fare”  Io gli suggerii il carrello da montare sul ponte del fiume Tago in mezzo allo strombazzare delle macchine). E il mio perdere volutamente a scacchi -non ho fatto in tempo a dirtelo perché era cosa da dirsi solo da vecchi – per distrarti dal tuo timore di volare. E potrei aggiungere migliaia di piccoli souvenir sempre che una amicizia suggellata sempre da un reciproco rispetto possa essere cucita insieme da piccoli souvenir. Ecco;  ma  non è bene è quando si rimane soli a ricordare momenti che non sono più nulla se non rivissuti insieme. Ciao Corrado.

Inserisci un commento

Modulo di inserimento