• Luce e Colore

Guglielmo Giannini

Guglielmo Giannini_ ( Pozzuoli, 14 ottobre 1891 / Roma, ottobre 1960): figura molto particolare di giornalista, scrittore, regista cinematografico e teatrale, drammaturgo, politico. Fondatore del partito dell’Uomo Qualunque

Nato a Pozzuoli,  da una famiglia di media borghesia, non esita ad abbandonare gli studi ed i “ doveri” del suo ceto sociale,  per affrontare la vita prima come muratore, poi come commesso in un negozio di stoffe per approdare infine al giornalismo, anche se in fogli satirici di poco conto. Viaggia allora per l’Europa poi rientra in patria dove partecipa alla guerra Italo – Turca ( 1911) ed alla Prima guerra mondiale ( 1915/1918): Nel dopoguerra avviene un riavvicinamento con la famiglia e può così iniziare su basi professionali, la carriera di giornalista. Si appassiona e scrive racconti polizieschi per il teatro, genere  da noi chiamato “ giallo” per via del colore delle copertine decise dall’editore, i conosciuti “ Gialli Mondadori” appunto. Fra i testi meglio apprezzati dal pubblico, ricordiamo  Parole d’onore e La casa stregata, mentre nel 1936 entra nel cinema con la sua commedia L’anonima fratelli Roylot ( sullo schermo con il titolo di L’anonima Roylot per la regia di Raffaello Matarazzo). Giannini, nella sua carriera, arriverà a firmare come sceneggiatore o soggettista più di 20 film, mentre come regista il suo palmarès si fermerà a quattro. Nel 1940 si schiera decisamente contro l’ingresso dell’Italia nella Seconda guerra mondiale, non tanto perché antifascista, quanto perché convinto che si tratti di una guerra persa in partenza. A ciò si aggiunge la morte del figlio Mario, ucciso in combattimento tanto da rendere la sua opposizione ancora più forte sia contro la guerra che contro l’intera classe politica subendo, di conseguenza, un odioso ostracismo da parte dei  colleghi di  teatro e di cinema. Dei quattro film girati dopo il 1943, ricordo che solo due ebbero un ampio accesso nelle sale. Verso la fine della guerra, nel 1944, stanco dell’ostracismo e della dittatura fascista, Giannini si mette a capo di un movimento chiamato Fronte dell’Uomo qualunque, un movimento che aveva per motto un “ Non rompeteci più la scatole” e che guadagnerà, nelle elezioni del 1946 oltre il 5% dei voti. Giannini potrà, con quei voti, sedere in parlamento con 30 compagni e promuovere una dura lotta contro i grandi partiti della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista Italiano.  E intanto fa proseliti al Sud dove rastrella voti dai proprietari terrieri, spaventati dalle rivolte delle masse contadine appoggiate dal comunisti. E’ in questo clima che avviene la drammatica strage di Portella delle Ginestre, la rinascita del Movimento Sociale Italiano e  il rafforzamento verso destra della Democrazia Cristiana. In un primo tempo, Giannini decide allora di allearsi con la D.C., poi con il M.S.I,  addirittura con Palmiro Togliatti , ed infine con i Liberali.  Questi sbandamenti allontaneranno il suo elettorato e l’esperienza politica dell’ Uomo Qualunque finirà in un pesante flop elettorale.  Nel 1958 ( due anni prima di morire) Giannini farà confluire gli ultimi reduci delle sue truppe verso la D.C. che gli aveva garantito comunque un seggio in parlamento. La D.C. arriva ad uno strepitoso 42%, ma nega il seggio a Giannini,  forse perché Amintore Fanfani decide di dar vita al primo governo di centro-sinistra, e Giannini era inviso alla sinistra. Disgustato, Guglielmo Giannini uscirà definitivamente dalla scena politica.

FILMOGRAFIA COMPLETA

Regia

1939: Duetto vagabondo

1943: Il nemico -   Quattro ragazze sognanoGrattacieli

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