• Luce e Colore

Caterina Boratto

CATERINA BORATTO ( Torino, 15 marzo 1915 / Roma 14 settembre 2010) attrice di cinema

Mentre frequenta il liceo musicale, l’attrice Evelina Paoli la segnala a Guido Brignone che la scrittura come protagonista femminile del film Vivere!. Al suo fianco il popolarissimo ed amato tenore Tito Schipa. Secondo molti nasce fra i due una profonda storia d’amore. Il film ebbe un grande successo, tanto da convincere la MGM a metterla sotto contratto. Caterina Boratto era di una bellezza radiosa ma altera, distaccata, come appare in Hanno rapito un uomo, dove, al fianco di De Sica, impersona una frivola principessa russa. In realtà pare fosse timida e sognante. Dotata di uno spiccato talento recitativo, finì comunque per essere relegata, il più delle volte in ruoli secondari e poco appariscenti. Ci vorrà il talento di Fellini e un film capolavoro come Otto e mezzo per riportarla all’attenzione degli italiani. Nel 1939, la Metro Goldwyn Mayer fa valere il suo contratto e la spedisce ad Hollywood. Qui è molto ammirata per la sua bellezza – pare sia stata corteggiata addirittura da Scott Fitzgerald che la chiamava “il battello dei sogni”, ma il soggiorno non diede frutti anche per l’approssimarsi della guerra. Caterina Boratto rientra in patria. Nel periodo della guerra vive una storia d’amore degna della miglior Liala, quando si innamora, riamata,  di un eroe di guerra, il conte Guidi di Romena. Il conte perirà per un incidente aereo lasciandola sola sulla sfondo di una Torino distrutta dai bombardamenti. Altri dolori le arriveranno nel 1944, quando un fratello prende la via delle Resistenza ed un altro fratello muore e Cefalonia. Allora abbandona il set e si rifugia in una clinica torinese, dove incontra il suo futuro marito, Armando Ceratto. Negli ultimi mesi del conflitto i due coniugi decidono di trasformare la Clinica in un ricovero per i  partigiani di Giustizia e libertà e feriti di ogni fazione, gesto nobile ma che portò al tracollo economico della famiglia Ceratto.

Nel dopoguerra, Caterina Boratto, madre di una bambina Marina, rientra a Roma e riprende il lavoro; sono per lo più polpettoni sentimentali, poi l’incontro con Fellini che le propone ruoli imblematici in Fellini 8 ½ e in Giulietta degli Spiriti. Altri registi importanti di quel periodo furono Alessandro Blasetti,  Sidney Pollak,  e Pier Paolo Pasolini. Instancabile, negli ultimi anni ha allargato l’orizzonte delle sue esperienze dedicandosi all’operetta e al teatro pirandelliano. L’ultima apparizione sul grande schermo è del 1992 nella pellicola americana «Sette criminali e un bassotto» dove la Boratto recita al fianco di Sean Young, James Belushi e Giancarlo Giannini.

“ È stata «musa» di Federico Fellini e «icona» di Pier Paolo Pasolini, e nella sua lunga carriera Caterina Boratto ha affrontato i set più disparati (dai film cappa e spada agli spaghetti western, passando per i capolavori dei migliori cineasti della scena italiana degli anni Cinquanta e Sessanta). Eppure è la Francia a riconoscerne il valore professionale e artistico e a premiarne la figura (…)  Caterina Boratto   ha ricevuto questa mattina( 2 febbraio 2009 ) nel suo appartamento dei Parioli una delegazione guidata da Frédéric Mitterand, direttore dell’Accademia di Francia, con un passato di regista e sceneggiatore. Il rappresentante di Sarkozy presso il mondo culturale italiano ha voluto consegnare personalmente alla signora Boratto la Medaglia d’oro di Villa Medici quale prestigioso segno di stima per una carriera lunga e inimitabile “ (dal Il Giornale del 2 febbraio 2009)

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