• Luce e Colore

Elsa De Giorgi

Elsa De Giorgi ( Elsa Giorgi Alberini, Pesaro, 26 dicembre 1914 – Roma 12 settembre 1997). Una delle più stimate attrici e dive degli anni trenta,  di cinema e di  teatro. Autrice di molti libri importanti , arriva al cinema partecipando ad un provino della Cines che cercava nuove attrici. Mario Camerini  - entusiasta della bellezza aristocratica della ragazza – la propone per il ruolo da protagonista in un film  minimalista” e romantico:  T’amerò sempre (1933).

Elsa ha diciannove anni; la sua carriera proseguirà soprattutto in film in costume e di avventura molto consoni alla sua aria romantica, alla sua eleganza, al suo modo “ distaccato” di donna conscia della sua bellezza ma che non vuole  sedurre, come se bastasse la sua presenza a conquistare un uomo; sono ruoli ripetitivi e tuttavia le conferiranno grande fama; fallisce invece   quando accetta ruoli poco consoni alla sia “ fisionomia “ di attrice e alla idea che il pubblico si è fatta di lei. Decide allora di lasciare il cinema per il teatro; interpreta magistralmente il ruolo di Desdemona nell’Otello di Shakaspeare, accanto al mostro sacro Renzo Ricci. Nel dopoguerra, dopo alcuni ruoli insignificanti in un cinema di maniera, è con Giorgio Sthreler e Luchino Visconti;  affronta poi  la televisione nel 1954 nella Vena d’oro per la regia di Daniele D’ Anza. Nel 1974 tenta con pochissima fortuna la strada della regia;  è anche stimata autrice di testi teatrali fondamentali. Nel 1975  fa un ritorno inaspettato sul set Salò e le 120 giornate di Sodoma per fare un piacere, con tutta probabilità, al suo amico Pier Paolo Pasolini.

Di lei Tullio Kesich ha scritto: “  Si e’ spenta ieri – 12 settembre – a 82 anni l’attrice di cinema e teatro Elsa de’ Giorgi: la diva che sapeva raccontare  che diva lo fu certamente,  sia pure nel cinema autarchico degli anni’ 30, dove inizio’ una fitta carriera con il capolavoro minimalista T’amero’ sempre (‘33) di Mario Camerini. In seguito, delusa dalla pochezza di una produzione che pure, attraverso una ventina di titoli, le aveva dato la popolarita’, la De Giorgi volle trasformarsi in attrice di prosa, indomita scavalcatrice di montagne negli anni difficili tra guerra e dopoguerra. Finche’ Luchino Visconti rese omaggio al suo carisma facendole interpretare  Elena di Troia al centro del leggendario Troilo e Cressida del ‘49 al Giardino di Boboli; e Strehler nel ‘57 la identifico’ con la superintellettuale Madame Roland nei Giacobini di Zardi. Da una parte la bellezza assoluta e dall’altra l’intelligenza dominatrice, le due figure possono simboleggiare il doppio profilo della fascinosa interprete.  Di se stessa ha lasciato un elegante autoritratto nel romanzo –  verità I coetanei, che rievoca il clima del cinema fascista. Con almeno una pagina che dovrebbe figurare in tutti i libri di storia: il discorso mussoliniano dell’entrata in guerra, nel giugno del ‘40, ascoltato dagli altoparlanti del ristorante di Cinecitta’ fra i colleghi in costume e le maestranze attonite. Oltre a questo libro insostituibile, Elsa ne ha scritti altri due destinati a restare: L’eredita’ Contini – Bonacossi, ovvero la cronistoria di un misterioso affare di esportazione clandestina di opere d’arte, che ebbe come principale vittima Sandro Contini, marito dell’attrice, ex comandante partigiano, suicida a New York. E poi c’e’ un terzo libro, Ho visto partire il tuo treno, in cui ricrea l’ambiente culturale e letterario della Roma anni ‘50 raccontando la sua storia d’amore con Italo Calvino. Un testo che riesce a non confondere la confidenza col pettegolezzo.”  E’ raro che un’attrice scriva  libri, più raro ancora che questi libri siano dei veri libri; ed e’ rarissimo in generale che qualcuno, faticando sulla pagina, riesca a ridisegnare il proprio itinerario esistenziale facendolo attraversare con  la storia di tutti. Elsa de’ Giorgi ci e’ riuscita, applicando alla memorialistica il suo rigore stilistico e morale. Quando nei convegni si alzava a dire la sua, metteva un po’ paura, perche’ esternava idee chiare e senza compromessi, e aveva l’aria di pretendere da tutti la stessa serieta’. Un esempio che ci manchera’, coi tempi che corrono.

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