• A proposito di...

Oggi al cinema. E domani?

Rutger Hauer  (Barbarossa)  di Enzo Martinelli 2009

Nel mondo del cinema circola da sempre un racconto, una specie di leggenda metropolitana.  Si dice di una anteprima con ospiti illustri seduti in platea ma con un ospite più illustre di altri; Charlie Chaplin, ad esempio, o Federico Fellini. Alla fine della proiezione, tutti si allontanano facendo grandi complimenti al regista; ma qualcuno si accorge che l’ospite n°1 non si è mosso dalla sua sedia. Allora il regista si avvicina, incuriosito, imbarazzato e vede che l’illustre sta  piangendo. Piange senza ritegno:  il film lo ha straziato ed ora non riesce a staccarsi dalla sedia, bloccato dalla emozione suscitata dall’ultima sequenza. Questa “leggenda” è stata raccontata tantissime  volte e a proposito di molti film. Qualche volta può essere successo realmente ( si è scritto di Chaplin alla visione di Umberto D)  ma in linea di principio, quando vi raccontano questa storia, diffidate: il film è una bufala.

Così, quando ho letto che  il senatore della Repubblica Italiana Umberto Bossi  ” aveva pianto”  alla proiezione di alcune sequenze del film Barbarossa  ho subito pensato alla disperazione di un press-agent con poca fantasia e con il  difficile compito di  promuovere un kolossal che non avrebbe incassato  un euro.  Succede ed è successo  anche per film molto belli,  ma mi riesce difficile giustificarlo per questo Barbarossa, fortemente voluto dalla Lega ( leggi contributo dello Stato e intervento di Rai Cinema per il 40%) costato 30 Kasia Smutniak  (Eleonora)milioni di dollari ( fonte: Rai, TG1) pari a circa 20 milioni di  euro ( 13 dichiarati daRenzo Martinelli  – fonte:  Il Giornale).  Il film parte con una distribuzione colossale: 400 sale, ridotte della metà dopo due settimane.  L’incasso non supera il milione. E tutto questo malgrado la grancassa di una promozione che ha percorso il lungo e in largo il Nord –Est d’Italia ed una prima organizzata  al Castello Sforzesco alla presenza,  come si usa dire,  di  un magnifico ” parterre de roi” ovvero  i maggiorenti della Regione Lombardia e Silvio Berlusconi e Umberto Bossi e Letizia Moratti  e Ignazio La Russa e Roberto Maroni e Renato Pozzetto  e Simona Ventura e chi più ne ha, più ne metta. Dunque un flop e di quelli brutti subìto poi  da un regista che sino a ieri rifuggiva da aiuti pubblici sostenendo che il film è un prodotto soprattutto commerciale e come tale deve autofinanziarsi. In altre parole, vende se è buono, non vende se è cattivo. A buon intenditor…

C’è dunque  materia per gettar la croce addosso al regista e a chi lo ha finanziato e far dell’ironia sull’ inserimento in post-produzione della faccia di Bossi, tanto per rispondere al  regista che volle chiarire  “ O il film piace o il film non piace. Che c’entra la Lega ? ”  Appunto, che c’entra Bossi? Ma nemmeno questo è importante perché l’ inserimento della  faccia del senatore della Repubblica Italiana ( non padana) può passare come un simpatico gioco fra due amici, uno scherzetto per non pagar dolcetto. Ma non c’è nulla da gioire; un film di così alto costo per lo standard italiano che non rientrerà mai  dei soldi spesi è un fallimento per tutti e non c’è – ripeto – ragione per gioire anche per chi non vota Lega. Il problema è un altro: il problema è che ci sono giovani registi di sicuro talento che riescono anche a girare  film con meno di mezzo milione di euro, usando testa e sperimentando nuove tecnologie, giovani verso i quali il nostro ministro-poeta Sandro Bondi ,  non mostra alcun interesse. E quanti film di giovani emergenti  la RAI avrebbe potuto sostenere con i soldi spesi per Barbarossa, soldi  che non recupererà  -  fatto salvo un intervento della Madonna di Lourdes –  mai?  E per cambiare argomento ma restare in tema, perché  concedere gli aiuti statali al film di Neri Parenti, Natale a Beverly Hills che certamente non è un film  “culturale” ?.

Christian De Sica in natale a Berverly Hills di nero parenti 2009

Con tutto il rispetto e l’ammirazione sincera che nutro per i registi che riescono a fare un film con storie insulse e qualche parolaccia, portando  milioni di spettatori al cinema, perché il contributo statale? Dice Christian De Sica, protagonista da decenni di film stroncati dalla critica, ma amati dal pubblico natalizio: ”Il famigerato cinepanettone mantiene l’intero cinema italiano”  (Corriere della Sera). Coraggio, De Sica, anche Bruno Corbucci sventolando il giornale che aveva stroncato un suo film o quello di un suo amico,  amava urlare al vento e alla troupe allibita  che i  suoi film non erano la famigerata “Serie B” del cinema, ma addirittura la Nazionale. Perché il suo lavoro dava di che vivere ai Fellini. Ma dove sono i Fellini? Dove sono i produttori che leggono copioni scritti dalle nuove generazioni?. E comunque, i Franco e Ciccio non godevano del contributo statale; perché  Beverky Hills,  sì?

Michelle Unzicher in natale a beverly hills di nero parentiLa spiegazione ce la fornisce quella fucina di calde intelligenze che è il giornale Libero che si chiede e vi chiede: “ E’ meglio finanziare polpettoni che nessuno andra’ a vedere, o film sciocchi che pero’ – (sic!) – ti strappano un’ora di sorrisi? ” Dal che si deduce che il film “impegnato”, il film che racconta storie a volte pesanti ma vere, i film che denunciano i problemi  dell’Italia – ieri Sciuscià o Le mani sulla città – oggi gli extracomunitari, i disoccupati,  lo sfacelo di una società borghese sono solo polpettoni che non meritano  di essere finanziati dallo Stato. Meglio il panettone alla polpetta, sante le parole di Giulio Andreotti che si scagliava contro il neorealismo perché faceva male alla immagine dell’Italia, profondamente santo il dire del Primo Ministro Silvio Berlusconi che i film sulla mafia degradano il nostro Paese!

E che il reggiseno che  Michelle Hunziker sventola gioiosamente cavalcando un giovanotto,  sia da oggi, la nostra nuova bandiera.

michelle hunziker in natale a beverly hills_2009

Inserisci un commento

Modulo di inserimento