Za-la-Mort
Secondo l’argot parigino dei bassifondi, Za-la-mort è un grido di battaglia degli apaches e significa “Viva la Morte!”. L’apache è il “duro” dei bassifondi. Vive di espedienti ma coltiva una sua morale fatta della fedeltà della propria donna, di attenzione agli orfani, agli indifesi e di onore per la parola data. Così almeno lo spiega Emilio Ghione, che nel 1914 scrive, dirige ed interpreta con Francesca Bertini Nelly la gigolette, alias Nelly la danzatrice della taverna nera, dove l’attore appare per la prima volta nelle vesti di Za-La-Mort. Il film è un grosso successo di pubblico ma non incontra il favore della critica. Ghione si difende affermando di aver creato il personaggio per “difendere l’onore della nostra produzione” dal richiamo del poliziesco francese ed in particolare dalla popolarità di Arsène Lupin. Strana difesa, considerato il fatto che Arsène Lupin è un personaggio letterario, sino a quel momento non tradotto in film, mentre sugli schermi trionfava la “serie criminale” di Victorin-Hppolyde Jasset. Zigomar. Una trilogia sulla banda degli “Z” il cui grido di battaglia era “Z à la vie, Z à la mort!” Comunque sia, Ghione va per la sua strada e realizza quasi novanta titoli con il personaggio di Za-La-Mort, cui affiancherà Za-La-Vie, ruolo intepretato da Kally Sambucini (Calliope Sambucini all’anagrafe) sua compagna anche nella vita.
Alto, magro, gli occhi spiritati sempre al centro di pericolose e complicate avventure, il bandito Za-La-Mort è un “apache” assolutamente particolare, di volta in volta spietato bandito, gentiluomo, viveur, plebeo, criminale, raddrizzatore di torti. Emblematico, a questo proposito, il film Quale dei due? (1922) , alias Za-La-Mort contro Za-La-Mort (1922,) dove l’apache deve combattere contro un vero bandito che si è appropriato del suo nome infangando la reputazione di fuorilegge “onesto”, mentre in Ultimissime della notte (1923) il rozzo apache si trasforma in onesto giornalista detective. Le platee lo adoravano, attratte anche dalla fama che circondava il personaggio. Generosissimo, pretendeva che le comparse dei suoi film bevessero solo champagne, mentre lui e la moglie soggiornavano nei migliori alberghi contornandosi di quanto di meglio la vita poteva offrire.
ottobre 6th, 2012 at 10:32
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