Il buco del soffiatore
Tutti conoscono la tradizione delle ghirlande di fiori offerte al momento dell’arrivo; ma siamo rimasti tanto sorpresi quanto commossi quando, il giorno della partenza Patrick, Jackie, e il figlio Jonathan, ci hanno offerto una bellissima collana di conchiglie.
A Faaa, l’aereoporto di Papeete, abbiamo noleggiato una piccola Suzuki 4×4, con l’intenzione di attraversare l’isola da Nord a Sud. Eccoci in viaggio verso Nord. Dopo non molti chilometri, una pattuglia di gendarmi ci informa che non è possibile compiere l’intera traversata:a una galleria situata proprio al centro dell’isola è crollata e il tunnel non verrà aperto prima di due mesi.
Decidiamo allora di salire sino al sito archeologico di Mahaiatea. Piccola sosta per ammirare alcune cascate ed eccoci pronti al nostro primo guado. Nulla di particolarmente difficile ma Michèle non ne è rimasta particolarmente felice. Come è possibile vedere nella fotografia sono “guadi” istituzionali, ovvero una pista di cemento posta sotto il pelo dell’acqua. Il problema si pone durante i periodi di piogge intense, ma se l’acqua è limpida e bassa…ti viene persino il sospetto che i tahitiani li abbiano costruiti apposta, tanto per regalare ai turisti il brivido dell’avventura e del pericolo.
Proseguiamo ancora un poco in avanti, sino a che la pista si fa più difficile.I guadi si fanno più profondi oltre I trenta centimetri, l’asfalto steso sul letto del torrente pieno di buche e di irregolarità. Michèle decide per il forfait e mi chiede di fare una bella inversione e di ritornare sui nostri passi. Obbedisco. Chiediamo ad alcuni operai cantonieri come abbiamo fatto a non trovare il sito archeologico e ci rispondono che è un luogo talmente piccolo che con tutta probabilità ci siamo passati davanti senza rendercene conto. Ci confermano il crollo nel tunnel. Decidiamo allora di fare il giro di Tahiti seguendo la costa.
Qui, come in molte altre isole le palme a cocco presentano questo ampio cerchio di alluminio messo per impedire ai topi di salire sino in cime a rubare le noci. Incontriamo anche i cani “ gialli”dipinti da Gaugin. Che ci costringono a rallentare perché se ne stanno tranquillamente sdraiati in mezzo alla strada.
Arriviamo finalmente al “buco del soffiatore”!
E’ una grotta dove le onde, trascinate dal loro stesso movimento, entrano con violenza comprimendone l’aria interna che a sua volta, come un palloncino, si “espande” violentemente gettando l’acqua fuori ma in alto, a più di trenta metri dal livello dell’oceano. E’ una spettacolo da non perdere. Nei pressi, cìè anche un Museo dedicato a Gauguin. Una vera truffa. Non vi sono opere di valore; in pratica solo un “riassunto” della vita del pittore. Arriviamo finalmente al nostro albergo Sofitel in tempo per fare una nuotata. Io nella lagura, Michèle nella piscina dell’albergo.
Domani ci imbarchiamo sulla Tahitian Princess !
FOTO E TESTO DI FRANCOIS BARETTE©
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