• La Sceneggiatura

Scaletta analisi

L’ appuntamento

Nel  Trattamento, ricordavo che vi sono due modi per sviluppare il soggetto. Il primo consiste nello sviluppo del soggetto solo in senso letterario: dal racconto breve ad una narrazione più approfondita, CHE SVILUPPI LE VARIE ANIME DEL RACCONTO. Il secondo è più tecnico, ovvero si provvede a “scalettare” il racconto nelle varie scene ed a proporre di dialogo. Monetta ha scelto questa formula, ovvero quella del trattamento a scaletta.
Il trattamento a scaletta, prevede dunque di iniziare ( o di terminare) il racconto descritto con la suddivisione in scene dell’argomento. Cosa che Sergio fa, non nello spirito del trattamento. Sono errori veniali, ma occorre rimarcarli.
Il primo: L’autore connota gli ambienti con delle lettere (A, B, C, D ecc.). No: Gli ambienti sono le scene, quindi sono questi che devono essere numerati nell’ordine dello sviluppo della trama.
Il secondo: L’autore “riassume” le scene per ambiente. Ad esempio:

E. LA CASA DI MARTA. IL SOGGIORNO. INT/GIORNO
RIF. SCENE: 6-7-9-11-13

Questo lavoro riguarda lo spoglio; la necessità della scaletta è diversa e vuole l’indicazione del susseguire delle scene, allo scopo di controllare con un solo colpo d’occhio, l’alternarsi degli ambienti e quindi intravedere il ritmo del film; i suoi tempi, i suoi respiri. Quindi, le scene dovevano essere così raggruppate

1 .LA PIAZZA DI UNA GRANDE CITTA’. UN BAR ALL’APERTO.

2. IL PERCORSO DAL BAR ALL’ALBERGO

3. NEGOZIO DEL FIORAIO

4.IL PERCORSO DAL BAR ALL’ALBERGO

5. NEGOZIO DEL FIORAIO

6. LA CASA DI GIORGIO.

7. LA CASA DI MARTA.

8. LA CASA DI MARTA

9. MARCIAPIEDE SOTTO LA CASA DI MARTA

10. LA CASA DI MARTA.

11. MARCIAPIEDE SOTTO LA CASA DI MARTA

12. LA CASA DI MARTA.

13.. MARCIAPIEDE SOTTO LA CASA DI MARTA

14. LA CASA DI MARTA.

15. IL PALAZZO DOVE ABITA GIORGIO. LA RAMPA DI SCALE

16. LA CASA DI GIORGIO.

Così scalettato, si arriva a comprendere il ritmo del film se crea, ad esempio nell’alternarsi della Casa di Marta e del Marciapiede sotto la casa di Marta, suspence e drammaticità. Sì, a mio avviso, ma occorre prestare molta attenzione in fase di sceneggiatura, sugli stacchi fra una scena e l’ altra. Nel complesso, il Trattamento mostra una certa vivacità nei dialoghi, buoni a mio parere, ma impone due tipi di riflessione, sempre da affrontare in fase di sceneggiatura.
Quello che non traspare è il “tono”, il carattere del lavoro. Ovvero: E’ una storia “normale” che termina in tragedia, o è un racconto tragicomico che riassume sin dalle prime scene l’ineluttabilità del destino di Giorgio? Giorgio è già condannato e avverte inconsciamente la sua condanna, oppure è allegro, scanzonato, contento di vivere e il vaso sulla testa gli arriva come una mazzata improvvisa alla Dino Risi, per intenderci?.
Quale suggerimento interiore spinge Marta ad acquistare quel vaso? Forse Giorgio lo ha sfiorato, anche solo con lo sguardo, quando è entrato nel negozio ad acquistare dei fiori, Quello che manca, in questo trattamento, è una accentuata ed esposta analisi delle storia.
Se invece, è nelle intenzioni dell’autore, seguire la strada piana descritta, allora, va bene così.
Io, tuttavia, consiglio ad disponibile e collaborante Sergio, di pensarci ancora un poco, a non “buttare” via la storia accontentandosi delle prime soluzioni che vengono alla mente.

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