Lasciamo l’albergo alle sette del mattino.Ed eccoci all’Avis per restituire la vettura e prendere la navetta per l’aeroporto. Partenza regolare. Sotto di noi, il deserto del Nevada e gli strani campi coltivati non in forma quadrata ma rotonda.

Com’era prevedibile, l’arrivo all’aeroporto di Las Vegas ( ma i residenti la chiamano solo Vegas) ci trascina in un altro mondo. Solo per prendere i bagagli, occorre salire su un treno per arrivare in un altro terminal distante parecchi chilometri. Naturalmente, la sala è soffocata da macchine mangiasoldi che ti sollecitano a giocare mentre aspetti l’arrivo delle tue valigie. Intanto paghi il carrello per il trasporto ( 3 dollari) ma se lo riporti dove lo hai preso puoi recuperare ¼ di dollaro!

La camera d’albergo è sontuosa, dalla finestre si può ammirare la “Tour Eiffel” di un albergo concorrente e una fontana dove, ogni quarto d’ora si produce in uno spettacolo di suono e luci (il suono lo puoi avere collegandoti sul canale 31 della TV, in camera). Abbiamo fatto un giro nelle lobbies per ammirare ( guardare e non comprare).

Alla sera, lo spettacolo KA, molto particolare. Non ho fotografie (è proibito farle). E’ un combattimento fra buoni e cattivi, dove gli attori si muovono e danzano legati a dei cavi elastici. La scena era raffigurata su un piano inclinato da 45 a 90°, dando l’impressione agli spettatori di assistere alla battaglia dall’alto di un elicottero.Difficile da spiegare, ma il risultato è grandioso; i costumi sono magnifici, i balletti regolati alla millimetro, le cadute da altezze impossibili.
Abbiamo finito la giornata al gioco: Michèle ha investito 5 $ che sono diventati 10 $ e poi 0. Io che non amo perdere, ho investito 1$ : L’ho perso dopo quattro colpi.

Poi, a letto; domani è il giorno del Gran Canyon.

scritto da francois barette

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Scritto da Giulio Berruti sabato, 13 ottobre 2007 alle ore 12:47 [Permalink]