Festival e disoccupati
Romafilmfest ha molte virtù. Muove le persone, le fa andare al cinema e le giornate sembrano scorrere – fatta eccezione per alcune necessità promozionali – senza eccessivo impiego di luci, squilli di tromba e abiti da sera. C’è, almeno questa è la mia sensazione, un’aria paesana che rende tutto più semplice e più fruibile. Le persone non vanno al “Festival”. Vanno al cinema.
Una giusta atmosfera per affrontare temi che sono alla radice del problema cinema nel nostro Paese. Parlo della nuova Legge ( a che punto è? Chi sono le persone che la stanno scrivendo? C’è attenzione per i corti e per i documentari?) e, sempre utilizzando con serenità la atmosfera paesana, quella del “volemose bene” Romafilmfest avrebbe potuto organizzare un incontro fra i dirigenti Rai e i giovani diplomati dei Dams e delle Università in cinema, storia del cinema, sceneggiatura, scenografia, ecc.
Un incontro fra la più grande industria culturale d’ Italia e i giovani che dovrebbero alimentarla e farla crescere. Ma da quanti anni la Rai non promuove più concorsi per montatori, sceneggiatori, registi? E perché non lo fa? E perchè non riduce le liste dei parenti e dei raccomandati? E perché all’interno della Rai tante persone di talento vengono lasciate in disparte? Il presidente della Rai e i suoi consiglieri, pensano davvero che occorra pagare la Endemol -ma è solo un esempio piccolo piccolo – per realizzare un programma come il Pacco? Per coloro che ancora fanno finta di ignorarlo, ricordo che quel gioco è la esatta riproduzione della “tre buste” in uso ( dal 1948) in tutte le fiere paesane e, a Roma, punto di attrazione di Porta Portese. Ma davvero i dirigenti Rai pensano che a noi stia bene una televisione dove i politici si mettono a fare i cantanti, i cantanti i politici e gli attori i registi? La regia, soprattutto, professione che si concede a tutti come se fosse una puttana di strada; basta una buona raccomandazione, buone relazioni e si può fare il regista. Ne sono un tragico esempio certe fiction, costrette a budget molto stretti, affidate ad una regia per gli interni ed ad un’altra per gli esterni, dove si “chiudono” le sequenze con leggeri movimenti di panoramica verso il nulla, e ci si accontenta di dialoghi approssimativi, recitati peggio con attori farfuglioni, incapaci di distinguere tra toni alti e strilli.
Una occasione mancata. E se provassimo a dar vita ad una lettera da indirizzare ai consiglieri Rai, firmata da quel popolo di disoccupati a vita che escono ed usciranno dalle Università?
novembre 6th, 2007 at 10:32
Sono Pietro Feuda ho ormai 40 anni. Io sono il vero Elvis Presley di Velletri. Nel corso della mia lunga carriera di serate in piazze di paesi della provincia di Latina, Frosinone e Roma, nelle stazioni ferroviare, nelle metropolitane, nei mercati domenicali, ho avuto la possibilità di esibire la mia capacità di imitare the King.
Il mio compenso è di € 50/60 a serata. Suono, canto e ballo. Posso ricevere anche pagamenti in natura come broccoletti, pomodori, salami e mortadelle.
Ho a disposizione una band di disoccupati da lungo tempo con un cachet di 20/30Euro per serata.
Spero in vostre notizie per un aiuto alla mia carriera.
A presto.
Pietro Feuda, detto Peter.
aprile 7th, 2009 at 12:37
Eseguo serate di musica per persone anziane, folk e rock en rolle. Io sono il vero Elvis Presley di tutta la Velletri bene. Su richiesta eseguo spettacoli per feste di compleanno, centenari di persone anziane. Il mio palcoscenico sono le metro, le stazioni ferroviarie ed ultimanente anche in centri commerciali. Il mio compenso è di Euro 15,50 ad esibizione.
Fatemi sapere. Per me tutto fa brodo.
Peter.
marzo 16th, 2011 at 11:12
per peter feuda.
come posso contattarti per un’esibizione?
Lia