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Carosello e Corto

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Carosello è stato un esperimento tutto italiano; nei suoi quasi venti anni di vita, sono state mandate in onda oltre 42 mila scenette, qualcosa come 420 film di lungometraggio (calcolo approssimativo).

Grazie a questa gran mole di lavoro, giovani registi, disegnatori, scenografi, attori, hanno potuto vivere e migliorare tecnica e qualità. Per molti attori, Carosello ha rappresentato un buon lancio, come Laura Antonelli, per altri, un desiderato aumento di popolarità sino a quel momento legata al solo pubblico raffinato dei teatri, per altri ancora un di più extra professionale come per cantanti di fama, Mina e Ornella Vanoni, ad esempio.
Dopo un primo momento di assestamento, valutata l’importanza del nuovo mezzo, le ditte commerciali pretesero che a dirigere i caroselli fossero non più giovani esordienti, ma persone di fama, come Paolo e Vittorio Taviani, Ugo Gregoretti, Lionello Massobrio, Francesco Maselli, Mauro Bolognini, Giulio Questi, Ermanno Olmi. Cosi’ io credo è nato il corto in Italia. Registi abituati, al massimo ai dieci minuti del documentario, si trovarono ad affrontare una storia della durata di due minuti e poi di un minuto soltanto. A parte qualche barzelletta sceneggiata, molti Caroselli sono dei piccoli capolavori di sintesi e credo che ogni bravo amante dei corti dovrebbe prenderne visione, tenuto conto che gli interpreti sono quasi sempre attori di fama come Giorgio Albertazzi, Alberto Lionello, Cesco Baseggio ,Pippo Franco, Nino Besozzi, Gianfranco D’Angelo, Mario Soldati a Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, Aldo Fabrizi, , Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Dario Fo. Persino Totò, anche se molti dei suoi Caroselli non andarono mai in onda ed altri vennero misteriosamente trafugati.

Grande vantaggio professionale ne trassero infine i disegnatori e animatori (una scuola sino a quel momento nell’ombra) e che permise ad uno straordinario talento italiano, Giuliano Cenci, di realizzare un lungo metraggio su Pinocchio, la risposta italiana al colosso Disney.

Purtroppo, una irragionevole lotta tra distributori gli impedì in pratica di uscire su tutto il territorio nazionale. E mentre in TV, a Carosello, i bambini impazzivano per Calimero, Gregorio, Mammut, Babbut e Figliut, il vigile siciliano Concilia?, Jo Condor, il Gigante Amico, ecc., il Pinocchio di Cenci finiva nel dimenticatoio e con lui, la possibilità di dare vita, in Italia, ad una vera industria del cinema di animazione.

Carosello e la passera

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Commenti [1]

  1. Giuliano Cenci Says:

    Ti conoscevo di fama Giulio ma, appartenendo ad un altro modo di fare cinema, non avevo un’idea precisa di quanto fosse importante il tuo lavoro come la tua interessante e ampia filmografia ben dimostra, complimenti davvero!!!
    Grazie per questo bell’articolo su Carosello e per le belle parole che hai avuto per me… sei stato gentilissimo, Giulio!
    Certo che noi creativi siamo molto simili; pensa che anch’io ho nel cassetto un gran bel film perfino già sceneggiato, ma, ovviamente, si tratta di un soggetto valido solo per cartoon in full animation (però lo farei solo se la produzione accettasse di farlo in 2D!). Non so quale sia il tuo pensiero in proposito, ma secondo me il 3D almeno come lo realizzano oggi (che oltretutto è anche più costoso del cartoon classico!) sta letteralmente uccidendo una vera e propria arte, nel senso di assoluta creatività umana, a tutto vantaggio di una esaltazione di quelle cosiddette arti digitali che più che della creatività umana, sono espressione della creatività della tecnologia! E poi continuano a chiamarli “cartoni animati” anche se in realtà sono tutta un’altra cosa, visto che l’unico vero cartone animato è quello con i disegni realizzati a mano. Non credere che io abbia una mentalità antica che rifiuta le innovazioni; infatti condivido in pieno l’uso legittimo della nuova tecnologia sulle fasi di lavorazione dalla ripresa filmata in poi, ma non condivido la prospettiva di eliminare totalmente i disegni fatti a mano inerenti la fase creativa! Mi dà anche tanta tristezza constatare che molti bravissimi colleghi disegnatori di cartoni animati sono costretti a cambiare mestiere; ma oggi, purtroppo, le prospettive sono tutt’altro che rosee…
    Cambiando discorso, dalle tue accorate parole si percepisce nettamente che gran bella persona sei e mi permetto di dirti, caro collega artigiano del cinema, ora che professionalmente ti conosco un tantino meglio, che meriteresti dalla vita molto più di quello che finora ti ha dato… lo dico sinceramente, di cuore!
    Quindi ti faccio tantissimi cari auguri per il tuo lavoro ed in particolare per il soggetto del film che custodisci nel cassetto, ma anche, relativamente al teatro, per quel lavoro che stai finendo di scrivere; anzi, ti prego di farmi sapere quando verrà rappresentato perché, se ne avrò la possibilità, lo vedrò volentieri.
    Spero tanto che gli auguri di questo vecchio animatore (ho sei anni più di te, quindi lo posso ben dire!) ti portino buono!!!

    Cordialmente,

    Giuliano