Eleonora Duse .5

    1900 L’ ITALIA CHE VA AL CINEMATOGRAFO

    cinema e società


    Tutto sommato, la struttura narrativa adottata dal cinema dei primi anni del novecento è ancora molto vicina a quello che da tempo immemore si consuma sulle piazze italiane: i cartelloni dei cantastorie, l’ opera dei pupi siciliani e il teatro delle marionette.

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    Nelle preferenze del pubblico, è ancora il teatro drammatico e il teatro dell’ Opera a farla da padroni. Sono gli anni di Eleonora Duse, dei drammi di Dumas, delle innumerevoli compagnie girovaghe che percorrono l’ Italia esibendosi per poche lire dove esista un palcoscenico o un qualcosa che possa definirsi tale. Eleonora Duse è la diva che riesce meglio di tutte a contrastare il grande successo di Sarah Bernhardt. Per l’ attrice italiana, Arrigo Boito adatta Cesare e Cleopatra di Shakespeare, e per lei scrive anche Giuseppe Giacosa. Il momento fondamentale nella vita dell’ attrice è l’incontro con Gabriele D’Annunzio. Una relazione che durerà una decina di anni e consentirà all’ attrice di presentare al pubblico le opere del “Vate” Ricordo: Il sogno di un mattino di primavera, La Gioconda, Francesca di Rimini, La Città morta, La figlia di Jorio.


    Sul finire della carriera, Eleonora Duse, la Divina, si lascia tentare dal cinema. Nel 1917 appare nel film muto Cenere, dal romanzo omonimo di Grazia Deledda. La regia è di Febo Mari. In questo film, la grande attrice va contro tutti i canoni del recitare nel muto. Non gesticola, non ” muove le labbra” davanti alla macchina da presa, non urla e impone al suo corpo movimenti misurati. Malgrado questa straordinaria intuizione, il film fu un fiasco clamoroso.

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