• Luce e Colore

Doris Duranti

DORIS DURANTI _ ( Livorno, 25 aprile 1917 / Santo Domingo 10 marzo 1995).  Attrice

Dotata di un fisico aggressivo e di una innata eleganza, inizia la sua carriera con alcune apparizioni come comparsa,  a soli diciassette anni (  L’urlo  di Corrado D’Errico, “Vivere” di Guido Brignone e  “La gondola delle chimere” di Augusto Genina).  Nel 1936 è in Libia dove lavora con Genina nel film “Squadrone bianco”. Poi, è  con Romolo Marcellini  in  Sentinelle di bronzo (1937), dove  interpreta come protagonista,  una donna di colore. Quel ruolo le fa   raggiungere il successo popolare e da quel momento diventa una delle stelle più importanti – se non la più importante – del firmamento cinematografico italiano durante il ventennio. E’ l’attrice più ammirata e meglio pagata del cinema fascista, più della famosa e sognata  Clara Calamai perché, al  contrario della Calamai  che conserva  anche nelle scene di seduzione – un qualche cosa di rassicurante, di gentile, di moglie più che di amante – Doris Duranti è la “femme fatale”,  è l’amante cui nessun uomo può resistere. E sono molti, nella vita, gli uomini che cederanno alle sue grazie. Doris li preferisce ricchi e sposati perchè ama lo scandalo, ama sconvolgere il perbenismo imperante nei ” telefoni bianchi”, e si vanterà -  sempre e  pubblicamente – delle sue conquiste.  Nel 1942, è sul set di Carmela, film tratto da un racconto di Edmondo De Amicis, dove interpreta una ragazza impazzita per amore. Proprio “la pazzia” del personaggio le fornisce la possibilità di competere con Clara Calamai – che nella Cena delle beffe era stata filmata a seno nudo – mostrandosi a suo volta a seno nudo ma “ …il mio fu il primo seno nudo ripreso all’ impiedi, apparve eretto com’era di natura, orgoglioso, senza trucchi, invece la Calamai si fece riprendere sdraiata, che non è una differenza da poco “;  ma quel film riveste per l’attrice un momento più importante di quello del seno offerto alle voglie represse degli  italiani,  perché sul set di “Carmela” incontra Alessandro Pavolini allora Ministro della Cultura Popolare. Sembra che sia stato amore a prima vista. Amore segreto – anche se tutti ne erano a conoscenza – perché Pavolini era già da tempo sposato e padre di tre figli. Lo stesso Mussolini si mostrò contrario alla relazione, ma poi – da vero maschio italiano – chiuse il problema con una pacca sulle spalle di Pavolini, con un “ la capisco” che la dice lunga sulla fascino della Duranti, fascino che Mussolini aveva avuto modo di apprezzare nel film “Il re si diverte” nel 1941.

Dopo l’armistizio dell’ 8 settembre 1943, la Duranti segue il suo amante – per amore come dichiarò in seguito – a Salò poi,  nei  giorni della Liberazione, Pavolini riesce a farla fuggire in Svizzera con una valigia, molto oro e un biglietto dove aveva scritto di suo pugno “ Grazie per la tua fedeltà e per il tuo bene”. Pavolini verrà giustiziato a Como e la sua salma esposta a Piazzale Loreto, mentre la Duranti viene incarcerata dalle autorità elvetiche. Nel carcere, la Duranti tenta il suicidio, poi si sposa con un tenente di polizia e con lui emigra in Sud America ( come tanti fascisti e nazisti).  Doris Duranti ritornerà in Italia intorno agli anni ’50, ma stenta a trovare lavoro a causa del suo passato. Conosce in quegli anni Mario Ferretti, giornalista sportivo e radiocronista. Anche per Ferretti erano  stati anni duri a causa della collaborazione data ai tedeschi ed ai repubblichini, a Radio Tevere e a Soldaten Radio,  emittenti di chiara propaganda nazi-fascista. Il radiocronista passa i primi tempi della liberazione nascosto alla caccia dei partigiani; poi è la povertà sino al 1949, quando Vittorio Veltroni ( padre del politico Walter Veltroni)  lo riprende in Rai a sostituire un radiocronista licenziato durante il Giro d’Italia. E’ in quel Giro, il Giro del 1949,  che Ferretti conia la celebre frase  sulla fuga di Fausto Coppi nella tappa Cuneo Pinerolo:   “ Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi”.  Ferretti e Duranti si innamorano. E’ il 1955 e  i due devono lasciare l’Italia  ( Ferretti era un uomo sposato) e partire per Santo Domingo, dove apriranno un ristorante chiamato “ Vecchia Roma” . E’ a Santo Domingo –  ormai  separata anche da Ferretti – che Doris Duranti si spegne all’età di 78 anni.

La vita della attrice è stata oggetto di una fiction televisiva, trasmessa da Raiuno nel 1991. Il lavoro, intitolato Doris, una diva del regime, è firmato da Alfredo Giannetti.  Elide Melli interpreta la Duranti.

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