• Luce e Colore

Fosco Giachetti

Fosco Giachetti . E’ uno degli attori più amati dal pubblico italiano ma troppo presto dimenticato. Come moltissimi altri attori, Giachetti inizia la sua carriera sui   palcoscenici della filodrammatica,  ha il suo esordio nel teatro che conta, con Ermete Zacconi, uno dei grandissimi attori del tempo e affina la sua arte recintando poi in compagnie di prestigio, accanto a Margherita Bagni, Renzo Ricci, Tatiana Pavlova, Renato Cialente. Nel 1935  prende parte  alla straordinaria e popolarissima edizione della Figlia di Iorio ( di Gabriele D’Annunzio) accanto a Marta Abba. Due anni prima, nel 1933,  il suo esordio  anche nel cinema, in un piccolo ruolo che Mario Bonnard  (grande scopritore di talenti al maschile e al femminile) gli affida per il “ poliziesco” Il trattato scomparso. Dopo quel film, la sua carriera cinematografica si afferma in tempi brevissimi. Nel 1934 gira 4 film e  nel 1936 impersona la figura dell’ uomo duro, di alti principi, leale, severo nel giudicare  ma anche di buon cuore. Un “carattere” che farà la sua fortuna. Riceve la  Coppa Volpi  1943 assegnata  – addirittura – per la sua interpretazione in due diversi film: Bengasi (1942) e Un colpo di pistola (sempre del 1942 !). La voce grave, la recitazione “maschia” ed asciutta lo trasformarono ben presto in un divo molto amato anche dal Regime  (secondo solo ad Amedeo Nazzari ) che lo volle impegnato in ruoli prevalentemente a sfondo bellico. Molti critici ne sottolineano la bravura in particolare per il dittico di Goffredo Alessandrini “ Noi vivi” e “ Addio Kira”. Altro regista  importante nella vita dell’attore è stato Gioacchino Forzano, drammaturgo e scopritore di talenti, che dirigeva a Tirrenia  il Cinevillaggio Pisorno, la prima vera struttura a ciclo completo per la produzione di film; da questo incontro in sostanza nasce il professionista del cinema che  generazioni di italiani hanno ammirato negli anni a cavallo della Seconda guerra. Nel dopoguerra la sua attività cinematografica rallenta moltissimo;  ritorna al teatro ma è ancora “ l’uomo tutto di un pezzo”,  nel Mattatore -  ma è solo un esempio - con Vittorio Gasmann, regia di Dino Risi. Si interessa e partecipa a molte miniserie televisive per poi tornare al cinema – per l’ultima volta – ne Il conformista di Bernardo Bertolucci, dove accetta molto volentieri di ironizzare sulle qualità del “duri “. Un collasso cardiaco gli fu fatale qualche giorno prima del Natale del 1974. La salma fu tumulata nella tomba di famiglia in quel Sesto Fiorentino da cui non si era mai voluto distaccare.

SEGUE FILMOGRAFIA

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