Storia della televisione_1
UNIVERSITA’ DI CAMERINO LABORATORIO DI ARTEVISIVA: STORIA DEL CINEMA, DELLA TELEVISIONE E DELLA FOTOGRAFIA
LEZ. 7—
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Storia della televisione.
Cominciamo dal nome: televisione significa “vedere lontano”. Il nome e la successiva abbreviazione in TV vennero stabiliti il 10 marzo 1947, durante la conferenza mondiale della radiocomunicazioni di Atlantic City, dai delegati di 60 nazioni.
Gli inizi
Difficile identificare il vero padre della televisione, perché è una invenzione complessa e che ha potuto realizzarsi solo assemblando insieme scoperte ed invenzioni di molti uomini, a partire – addirittura – dalla metà del 1800. Procediamo quindi per grandi linee, ricordando che la “ prima “ televisione ha origine elettromeccanica, la seconda – quella che oggi utilizziamo – ha origine elettronica.
TELEVISIONE ELETTROMECCANICA
Viene considerato padre della televisione elettromeccanica l’ingegnere scozzese
John Logie Baird [1] perché, nel 1926, realizza in un grande magazzino di Londra la trasmissione delle prime immagini ” televisive” utilizzando due dischi di Nipkow, uno per la ripresa e l’altro per la riproduzione. Questa è la prima scena televisiva trasmessa da Baird, nel suo laboratorio:
E’ il viso di William Taynton, fattorino di Baird. Questa immagine è costituita da 30 righe e 5 sono le immagini trasmesse ogni secondo. Come ottiene, Baird, questa immagine? Utilizzando un sistema di scansione meccanico, inventato da Paul Gottlieb Nipkow Nipkow, un chimico svedese.
Facendo ruotare il disco di Nipkow davanti ad elementi sensibili di selenio, si ottiene un valore elettrico corrispondente alla luminosità di un punto dell’immagine, riga dopo riga. Questo principio è esattamente quello che viene usato ancor oggi ma oggi avviene grazie ad un sistema di scansione elettronica. L’immagine ” scandita” veniva poi riprodotta su un visore costituito da un altro disco di Nipkow, che girava davanti ad una lampada al neon comandata dal segnale modulato a seconda della luminosità dei punti, letti istante dopo istante: in pratica, si comandava la corrente di scarica del neon. I dischi dei due apparecchi (lo scanner e il visore) erano naturalmente sincronizzati.
Ma cos’è un disco di Nipkow e cosa sono gli elementi sensibili?
Uno dei padri della chimica moderna , lo svedese Jacob Berzelius[2] riferisce un’osservazione da lui fatta che è un po’ l’architrave di molta storia tecnologica video: vi sono dei materiali (dei metalloidi) – scrive Berzelius – che diminuiscono la loro resistenza elettrica se esposti alla luce. Tra questi, vi è il fosforo, il selenio e il silicio.
Nei decenni successivi l’attenzione a questo fenomeno fu sollecitata da un giovane telegrafista irlandese Christian May. May dimostra che modulando la luce che colpiva del selenio, si poteva modulare una corrente che lo attraversava secondo quanto osservato da Berzelius. In altri termini, aumentando o diminuendo l’illuminazione di un elemento di selenio, si otteneva un segnale elettrico “analogico” rispetto alla variazione di luminosità: quando la luce aumentava, aumentava proporzionalmente anche la corrente (perche’ diminuiva la resistenza del selenio) e quando la luce diminuiva, anche il segnale elettrico diminuiva di conseguenza.
Moltissimi ricercatori compresero che questa era la strada per la riproduzione delle immagini a distanza; ovvero, trasformare una immagine in segnali elettrici per poi ricomporla, sfruttando appunto la reazione del selenio alla luce. Ma come scandire una immagine?
Paul Gottlieb Nipkow[3] nella notte del natale del 1883 ( è così che lui stesso la racconta) prova e riprova – rintanato in una gelida stanzetta di un albergo di Berlino – a far girare davanti ai suoi occhi un disco di cartone con dei fori, per vedere se – grazie al movimento costante del disco era possibile “ ricomporre” l’immagine che stava fissando al di là del disco. Confortato dal risultato, migliora la sua intuizione, facendo scorrere il suo disco davanti ad una immagine illuminata. I segnali luminosi così trasmessi “ sollecitano” una lastra di piastina di selenio che li trasforma in impulsi elettrici. Invertendo il procedimento – come dimostrerà John Logie Baird – si riavrà dinanzi ai nostri occhi, l’immagine.
La televisione elettromeccanica era una televisione ancora ad uno stadio embrionale che si diffuse solo in alcuni Stati del mondo e in aree geografiche molto limitate. In Italia, non si diffuse, fu solo sperimentata e già completamente dismessa e sostituita dalla televisione elettronica.
La televisione elettronica viene realizzata per la prima volta da Philo Farnsworth, americano. L’esperimento avviene nel suo laboratorio a San Francisco il 7 settembre 1927. Nella televisione elettronica sia l’apparecchio di ripresa delle immagini che quello di visione sono realizzati con un dispositivo elettronico, il tubo a raggi catodici, inventato dal fisico tedesco Ferdinand Braun nel 1897. Questa tecnologia è quella tuttora utilizzata. Oggi, il tubo a raggi catodici è stato sostituito negli apparecchi di ripresa (telecamera e videocamera) dal CCD, mentre negli apparecchi di visione (televisore, monitor e videoproiettore) si appresta ad essere completamente sostituito dalla tecnologia al plasma, a cristalli liquidi, OLED e altre ancora in fase sperimentale.
[1] John Logie Baird (n ato a Elensburgh, nel 1888 e morto a Bexhil-on-Sea nel 1946) è stato un inventore britannico.
[2] Jöns Jacob Berzelius, ( 1779_1848) chimico svedese.
[3] Paul Julius Gottlieb Nipkow ( Lauenburg, 1860/Berlino 1940) inventore e tecnico tedesco.
Dispense per il Corso LABORATORIO DI ARTEVISIVA: STORIA DEL CINEMA, DELLA TELEVISIONE E DELLA FOTOGRAFIA 2010, della Università degli studi di Camerino. Sede di svolgimento: Scuola di Architettura e Design, Ascoli Piceno. Per accedervi è necessario conoscere la passaword. Potete richiederla a giulio.berruti@gmail.com
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