• Film

Una cavalla tutta nuda

Titolo originale

Original title: UNA CAVALLA TUTTA NUDA

Regia, Direction: FRANCO ROSSETTI

Aiutoregia –  Assistant director: ?

Segretaria di edizioneScript.Bruna Malaguti

Produzione – Produced by: Jack Lauder e Franco Rossetti per la HUBRTS FILM

Direttore di produzione –  Production manager: Michele Marsala

Soggetto –  Writing: tratto da una novella di Giovanni Boccaccio, adattata da Franco Rossetti con la collaborazione di e Franco Sacchetti
Sceneggiatura –  Screenplay:
Franco Rossetti con la collaborazione di Francesco Milizza, Nelda Minucci

Cast: Don Backy ( è  Folcacchio de Folcacchieri), Barbara Bouchet  ( è Gemmata), Renzo Montagnani  ( è Gulfardo de Bardi), Vittorio Congia ( è  Mattias), Leopoldo Trieste ( è il marito di Gemmata), Rita Di Lernia, (?), Carla Romanelli ( è Pampinea), Ghigo Masino (?) Edda Ferronao  ( è la moglie dell’oste), Renato Cortese (?), Pietro Torrisi ( è Torello), Nella Barbieri (?), Rossana Campoimi (?), Giuliano Selva, Enzo Rispoli, Vittorio Fanfoni, Lorenzo Piani

Fotografia – Director of photography: Roberto Girometti

Operatore – camera operator: Domenico Ciampanella

Assistente operatore -  Assistant camera operator: ?

Musica – Original music: Don Backy (Aldo Caponi)

Montaggio –  Editor: Mario Morra

Assistente al montaggioEditor assistant: Ida Cruciani

Scenografia –  Set decoration: Gaya Romanini

Costumi –  Costumes: Gaya Romanini

Pittore , Art Department: Gaya Romanini

Trucco –  Makeup: Ada Morandi

Suono – Sound: Giancarlo Laurenzi

Formato –  Film negative format: ´?mt colore 35mm

Durata – Runtime: ? ca

Distribuzione –  Distribution: TRIMAR FILM ( distrib. regionali)

Data di uscita-  Release date: febbraio 1972 (v.c. n. 59694 del 28.01.72)

Genere –  Genre: commedia erotica

Trama – Plot: Due amici, Gulfardo de Bardi e Folcacchio de’ Folcacchieri sono incaricati di recare un’ambasciata al vescovo di Volterra. Durante il viaggio, i due s’imbattono in una bella contadina, Gemmata, sposa di Niccolò: facendo credere all’ingenuo marito di poterla trasformare in cavalla, Folcacchio cerca di possedere la donna, ma deve poi rinunciarvi. Giunti finalmente a Volterra, si presentano al vescovo, ma avendo dimenticato il contenuto della loro ambasciata, e irriso il prelato, vengono condannati al rogo assieme.  Salvati da un amico di Gulfardo, i tre si rifugiano in un convento, dove scoprono, in fondo a un pozzo, un forziere pieno di monete d’oro, ma I frati lo vengono a sapere e si riprendono l’oro. A conclusione della sfortunata vicenda, Gulfardo torna a fare il marmista, mentre Folcacchio può finalmente godersi la bella moglie di Niccolò.

1. Note – Notes: Nei titoli del film non risulta il nome dell’aiuto regista. Altri collaboratori: Luigi Mongini, ispettore di produzione;  Anna Fabrizi, parrucchiera; Renato Mattiozzi, attrezzista; Antonio Leurini Csq elettricisti; Antonio Cancellieri Csq macchinisti.

2. Note – Notes: Il film è stato girato con il contributo del Ministero Turismo e spettacolo; ha incassato circa 600 milioni di lire. Il dodici settembre 2007, la Revisione Ministeriale  ha abbassato il divieto ai minori di 18 anni a 14.

3. Note – Notes: Franco Rossetti, nato a Siena nel 1930, ha realizzato come regista, sette film. Ha firmato, come sceneggiatore o soggettista, diciotto pellicole. E’ stato aiuto regista di Steno,  di Monicelli e di Roberto Bianchi Montero.

4. Note – Notes Don Backy, al secolo Aldo Capone, nato a Santa Croce sull’Arno il 21 agosto 1939. Artista eclettico meglio conosciuto come cantante e musicista; è pittore e scrittore. Come attore, ha parteciparto a 24 film, molti con registi e colleghi di talento; ricordo: I sette fratelli Cervi (1967) regia di Gianni Puccini, con Gian Maria Volonte e Carla Gravina; Banditi a Milano (1968), regia di Carlo Lizzani, sempre con Gian Maria Volontà; Pane e Tulipani (2000) regia di Silvio Soldini. E’ attivo un sito a suo nome.

5. Note – Notes: dalla critica: “Per quanto il film non peschi eccessivamente nel torbido – che le fonti cui si è ispirato gli offrivano – alcune immagini e situazioni restano gravemente reprensibili, così come sono da disapprovarsi le frequenti volgarità dei dialoghi.” (‘Segnalazioni cinematografiche’, vol. 73, 1972).

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