• Luce e Colore

Laura Antonelli

GLI ITALIANI E L’EROTISMO

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Laura Antonelli ( nome d’arte di Laura Antonaz) nasce a Pola ( ma secondo altri a Pisino) il 28 novembre 1941. Il padre, Mario Antonaz, era economo del Convitto Nazionale Fabio Filzi. A causa della guerra e del conseguente esodo istriano, la famiglia di Laura Antonaz si laura-antonelli-in-malizia-samperi1973trasferisce a Napoli. Qui Laura viene iscritta all’ Isef per conseguire il diploma di Insegnante di educazione fisica. Ma è troppo bella per lasciarla alle palestre di ginnastica; la sua presenza in alcuni caroselli della Coca Cola, poi è subito cinema con una particina nel film Le spie vengono dal semifreddo (1988 regia di Mario Bava) parodia spionistica con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia e Price. Due anni dopo è il quarto nome in La rivoluzione sessuale ( 1969, Mario Ghione) lantonelli_gran-bollito_-regia-m-bolognini-1977un film del filone della contestazione ma nello stesso anno è protagonista del film di Massimo Dallamano ( Venere in pelliccia 1969) bloccato dalla censura Questo problema non ferma la  rapida ascesa della bella attrice. Nel 1971 interpreta il film Il Merlo Maschio con Lando Buzzanca, 1971, regia di Pasquale Festa Campanile, dove molte sequenze di nudo la segnalano alla libidine dei maschi italiani. Ha un seno generoso e gambe bellissime ed è una desiderabile bellezza mediterranea, malgrado le origini istriane; nella sua recitazione, Laura Antonelli imposta un modo di “cedere” all’uomo che sollecita le voglie anche del più frustrato maschio italiano seduto in platea.

Ma è Salvatore Samperi il suo mentore.

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Samperi riesce a mettere in evidenza e in modo mirabile quella sua istintiva (o solo apparente) arrendevolezza verso il maschio affidandole il ruolo della “cameriera ” punto di riferimento erotico dei ragazzi della casa padronale e non solo in Malizia. Siamo nel 1973: la “donna di servizio ” è il vero status simbol della borghesia del tempo, quello che consente alle mogli di passare nel rango delle “signore ” e ai mariti ed ai figli adolescenti di trovare uno sfogo facile e impunibile alle loro voglie. Samperi, figlio di borghesi, riesce a centrare in pieno i nascosti pensieri dell’italiano medio: un vedovo e un figlio adolescente che si trovano in casa, indifesa.  una dolce cameriera dalla fattezze di Laura Antonelli. E’ il trionfo: il film incassa oltre 6 miliardi di lire (una cifra colossale in quegli anni ) e Laura Antonelli si aggiudica il ruolo della più desiderata sex simbol d’Italia. Un ruolo interessante soprattutto per arrivare a percepire cachet molto alti ( fino a 100 milioni di lire) ma devastante per la sua carriera. Tutti la vogliono, certo, ma la vogliono nuda. Non basta il riconoscimento dei Sindacato nazionale dei giornalisti che la premia come migliore attrice per Malizia; non basta aver interpretato solo due anni prima un film con un regista di chiara fama come Claude Chabrol ( Trappola per un lupo 1972) o Sessomatto di Dino Risi, o Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini. Gli italiani la vogliono vedere nuda e così, ecco  Peccato veniale sempre di Samperi e, in particolare, Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi, dove Laura Antonelli è esibita in nudo integrale per oltre sette minuti. Sistemata su una dormeuse, in posa del tutto simile a quella di Paolina Borghese (la citazione colta salva dal censore? ) nella celebre opera di Canova- Nella sequenza,  Laura Antonelli conversa con un imbarazzato Terence Stamp senza giustificare il perché della propria nudità. Il film comprende nel cast anche Marcello Mastroianni ma è una storia che non esce dalla banalità più inquietante; è un film stupido, con citazioni che vogliono fare “cultura ” con citazioni del  “cinema muto ” come l’uso delle didascalie ed altre simili piacevolezze – del tutto inutili -  inserite nella storia e nel carattere dei personaggi.

venere-in-pelliccia

Credo che lo scopo non dichiarato fosse  solo quello di utilizzare la nudità della Antonelli e nient’altro. Poi l’attrice lavora, finalmente vestita, nell’Avaro, con Alberto Sordi e nel Malato immaginario, entrambi per la regia di Tonino Cervi. Ma il filone erotico non si placa ed eccola ancora con Samperi in Casta e pura.

SEGUE

LAURA ANTONELLI: FILMOGRAFIA

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Commenti [2]

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