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Ettore Fieramosca, trama e notizie

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Trama-Plot: La signora di Morreale ama Ettore Fieramosca, ma è costretta a sposare Graiano d’Asti che le ha promesso la difesa dei suoi possedimenti; ma dopo le nozze, Graiano cede quelle terre ai francesi, lasciandoli così spadroneggiare nel castello. Di fronte a questa situazione, Ettore Fieramosca, che combatte a fianco degli spagnoli, è costretto a sfidare a singolar tenzone i francesi. La vittoria arride agli italiani e Fieramosca può così unirsi alla signora di Morreale, vedova e sola nel suo profanato castello.

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1. Note-Notes: L’ Ettore Fieramosca di Alessandro Blasetti, arriva come terza realizzazione della novella di Massimo D’Azeglio. Le prime due (mute) risalgono al 1909 per la regia di Ernesto Maria Pasquali e al 1915 per la regia di Domenico Gaido e Umberto Paradiso
2. Note-Notes: Nei titoli di testa, lo sceneggiatore è indicato col nome di Cesare Vico Ludovici, ma si tratta di un grossolano errore di scrittura. Il co-sceneggiatore risponde al nome di C.V. Lodovici, autore drammatico, critico, librettista e traduttore (1885 – 1968)

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3. Note-Notes: Luigi Chiarelli, in Film, attribuisce le scenografie a Porcheddu, Scotti e Fulbio Jacchia, quest’ultimo probabilmente non nominato a causa delle leggi razziali di recente adozione. L’Almanacco omette Porcheddu e cita accanto a Scotti, Mirko Vucetich.
4. Note Notes: Questo film segna anche l’esordio di Paolo Ferrari ( Tao Ferrari), a nove anni di età, nel ruolo del figlio del torriere.
5. Note-Notes: Il film è stato girato nei Teatri di posa della Farnesina. Consulente militare: col. Pizzi
6. Note-Notes: I tredici cavalieri italiani erano: Ettore Fieramosca da Capua, Giovanni Capaccio con Giovanni Brancaleone ed Ettore Giovenale da Roma, Marco Carellario di Napoli, Mariano da Sarni, Romanello da Forlì, Ludovico Aminale da Terni, Francesco Salamone e Guglielmo Albimonte, siciliani, Miale da Troia Riccio da Parma e Fanfulla da Lodi.

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7. Note-Notes: dalla critica dell’epoca: Il mito di Ettore Fieramosca è tutto nella rivendicazione dell’onore nazionale (…) Blasetti ha evocato e distribuito i fatti con ritmo ariostesco. Lo strepito del ferro e la dolce parola, il furore della mischia e la soavità del casto amplesso, la dura pietra dei castelli e il molli abbandoni dei conviti, piaghe sanguinanti, occhi languidi, parole fiere e mordaci…Uomini e masse manovrano con precisione ed efficacia ammirevoli, i caratteri son limpidi ed espressivi, i luoghi intensamente eloquenti; e il parlare è forbito ed incisivo, rude e schietto e,, quando occorre, rapido; E’ forse un po’ convenzionale il colore delle orgie, con quelle danzatrici da stampa archeologica (…) ma i trapassi son così rapidi, che quelle gambe appena velate son poste in oblio dei cosciali di acciaio arabescato ( Luigi Chiarelli, in Film, 31 dicembre 1938)
8. Note-Notes: dalla critica dell’epoca: Da quanto tempo Blasetti non si vagheggiava il suo Fieramosca? …. L’attesa e le speranze non sono andate deluse; e l’azzardo di quei pronostici, oggi, a film veduto, appare tutt’altro che… azzardato. Sono rari i film, nella produzione d’ogni paese, che possano vantare l’accuratezza di questo.(…) Blasetti è riuscito a fare già dell’immagine per l’immagine una continua gioia per lo sguardo dello spettatore. Il quadro ha luci solide, ferme, che lo rendono vigorosamente plastico; e i toni sono sovente quelli d’una stampa antica, ricchi d’allusioni e di sapore, ai quali hanno certo contribuito anche i bozzetti di Beppe Porcheddu e di Ottavio Scotti. (…). Ma se quello è notissimo, e questa lo spettatore la seguirà seguendo il bel film, è stato visto nel Fieramosca il suo più vero significato: come cioè dal soldato di ventura, al soldo di chi meglio lo paga, sorga l’italiano, il soldato italiano, che combatte per la sua terra, per la sua gente. E parallelamente, dal ragazzaccio avido e persino brutale, nascendo in lui l’amore per Giovanna di Morreale, il carattere e l’animo si tempreranno. Tutto ciò è stato da Gino Cervi reso con giovanile irruenza(…)Mario Ferrari è un ottimo Gralano d’Asti, subdolo e torvo; questa prova ancora conferma le precedenti del bravissimo attore, basterà citare la sua bella interpretazione in Luciano Serra. Pure tutti gli altri interpreti sono da ricordare, dal Valenti al Picasso, dal Sacripanti al Duse, dal Checchi alla Bolognesi, alla Lante; e Clara Calamai è un’esordiente che già promette. ( Mario Gromo, La Stampa, 29 dicembre 1938)

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9. Note-Notes: I ruoli principali:

Gino Cervi: Ettore Fieramosca
Mario Ferrari: Graiano d’Asti
Elisa Cegani: Giovanna di Morreale
Osvaldo Valenti: Guy de la Motte
Lamberto Picasso: Prospero Colonna
Corrado Racca: Don Diego Garcia de Paredes
Clara Calamai: Fulvia
Umberto Sacripante: Franciotto
Gianni Pons: Il duca di Nemours
Carlo Duse: Jacopo Mario Mazza
Andrea Checchi: Gentilino

ed inoltre:

Oscar Andriani, Silvio Bagolini, Gemma Bolognesi, Vasco Cataldo, Renato Chiantoni, Dhia Cristiani, Mara Danieli, Laura Esperto, Paolo Ferrari, Oretta Fiume, Diana Floriani, Arnoldo Foà, Mario Gallina, Puccio Gamma, Gino Gazzabini, Raniero Gonnella, Virgilio Gottardi, Emily Kathrin Hovert, Diana Lante, Guglielmo Longo, Nicola Maldacea, Beatrice Mancini, Alberto Minoprio, Guglielmo Morresi, Ubaldo Noris, Giovanni Onorato, Alfredo Petroni, Otello Polini, Antonio Corazzi, Ugo Sasso, Lorenzo Scateni, Lily Schiavon, Stefano Sciaccaluga, Jole Tinta, Odilla Tonian-Grey, Otello Toso, Amedeo Trilli, Loretta Vinci, Luigi Zerbinati.

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