• A proposito di...

Firenze segreta

firenze-segreta1Non è facile inquadrare una chiesa se non ne conosci l’architettura, la storia, le ragioni della sua fondazione e il santo o la santa cui è stata dedicata. Ancora più difficile il compito di filmare una città, perché il tempo è sempre scarso, gli alberghi troppo cari e così il cibo. Il buon documentarista deve quindi fare presto e bene oppure affidarsi all’esperienza, filmare tutto il possibile ed aspettare poi che, in moviola, la città decida di rivelare la sua natura e suggerire i modi del montaggio e la scelta della musica. Firenze è una di queste città, forse la più terribile, perché tutti noi pensiamo di conoscerla e riteniamo di poterla filmare a cuor leggero. Purtroppo non è così; tutti conoscono Firenze, pochi sono i padroni della sua anima. Perché Firenze è un tutt’uno con i suoi abitanti, e le “storie” di un ponte o di una chiesa o di una statua, non sono mai storie semplici ma intrecciate più che alla leggenda, al carattere dei fiorentini. Così, se volete filmare Firenze, dovete farvi accompagnare da un fiorentino oppure leggere questo bel libro di Giuliano Cenci, fiorentino doc, professionista dei cartoons ( ha inventato e animato anche personaggi di altri autori, come il Lupo Alberto, Grisou, la Gabbianella e il gatto, la Pimpa e tanti altri) realizzatore nel 1970 del primo Pinocchio in disegni animati – sua la sceneggiatura, la regia, suoi i disegni e gran parte delle animazioni ! – che con maggior fortuna e più onestà dei distributori avrebbe potuto rappresentare l’inizio di una vera e propria industria italiana della “full animation”. In questo libro, Giuliano Cenci mette la sua fiorentinità a disposizione del viaggiatore attento; quello che non si limita a guardare un monumento e filar via, ma capace di lasciarsi prender un poco dalla sindrome di Stendhal e immergersi nelle cose che sta vedendo. Leggetelo, e scoprirete cose straordinarie non solo sulla storia di un monumento o sulla ragione di una colonna ma quel mistero incredibile che è l’anima di un fiorentino; quel loro essere cittadini italiani, certo, ma soprattutto cittadini di Firenze, quel loro essere crudeli talvolta anche fra di loro venando sempre la crudeltà con una sorta di fantasia e di ironia, quel loro sentirsi diversi persino dai fiesolani che sono a lì a due passi. E non vi stupirà venire a sapere che a Firenze, i diavoli “cantano” e leggere che Dio stesso – nella cronaca di Cenci sotto forma di sangue raggrumato in un calice benedetto – tratti il vescovo fiorentino con un famigliarissimo “ Tu mi hai ricevuto nudo, e nudo mi riporti”. Il che fa presupporre per i fiorentini una dimestichezza con il Padreterno non concessa agli altri abitanti della terra.

Inserisci un commento

Modulo di inserimento