• Luce e Colore

Chi cova l’uovo del serpente?

Nel febbraio del 1968 Andrè Malraux – scrittore, cantore del gollismo – decide, in qualità di ministro della cultura di allontanare dalla direzione della Cinémathèque française, Henry Langlois, uno dei fondatori della Cineteca, figura chiave della cultura cinematografica francese, mentore di molti registi, in particolare della Nouvelle Vague. Il mondo del cinema insorge ma insorgono anche gli studenti universitari che si organizzano per offrire il loro aiuto. Arrivano in massa alla Cinématheque al 51 di rue de Bercy, pronti anche ad occupare, perché per il loro il cinema è fonte di cultura essenziale.

Qui avviene uno straordinario incontro fra i registi e gli attori che difendono Langlois e i giovani. Uno scambio profondo di idee ed opinioni e indirizzi di lotta fra Truffaut, Godard, Marker, Resnais e numerosi tecnici, e attori come Yves Montand, uomo dal forte impegno sociale. Quei colloqui sono per molti storici il seme del Maggio 1968, delle lotte studentesche, della speranza di portare “l’immaginazione al potere”, della nascita del cinema politico francese, dei movimenti tedeschi e italiani della richiesta – per restare in tema – di abolire i premi al Festival di Venezia.

Ieri, 24 ottobre 2008 ( quaranta anni dopo) un gruppo di studenti si è avvicinato al tempio del Festival del cinema di Roma ( pardon: Cinema. Festa Internazionale di Roma ) inalberando cartelli a favore della Università italiana e contro la riforma avanzata dalla ministra Gelmini. Subito si è provveduto a barricare le sale e a chiamare la polizia che con qualche manganellata e in assetto antisommossa ha disperso la manifestazione.

Certo, sono d’accordo: nelle sale chiuse a doppia mandata non c’erano gli Yves Montand, i Godard, i Truffaut, i Costa-Gavras, i Bertolucci, Claude Chabrol, Eric Rohmer; ma il presidente del festival, Gianluigi Rondi, è un decano rispettato e stimato e fra i giurati, ricordo la presenza di Michel Ciment, critico cinematografico francese, docente universitario, vero punto di riferimento per chi vuol sapere tutto di di Stanley Kubrick. E ancora Tahar Ben Jelloun, poeta, scrittore, ( ricordate? Il razzismo spiegato a mia figlia) resistente, o Emanuel Levy , Roman Gutek, Edoardo Bruno. E nelle sale fra le numerosissime proiezioni forse gironzolava qualche attore o regista, persone- come i componenti della giuria – di spessore, in grado di scendere fra gli studenti e chieder loro ragione della manifestazione; parlare un poco, scambiarsi idee. Trasmettere e ricevere cultura. Forse l’Auditorium non è la Cinémathèque, qui, dalle nostre parti, il cinema non è cultura, gli uomini di spettacolo non hanno impegno politico?

L’incontro al 51 di rue de Bercy ha generato molto di accettabile come di discutibile, spingendo tuttavia la barca dell’umanità un poco più avanti. Il non incontro al Festival di Roma forse non frutterà nulla ma c’è il rischio che, comunque, l’indifferenza o il rifiuto al dialogo possa, come la storia insegna, generare L‘uovo del serpente.

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Commenti [1]

  1. Катя Says:

    Интересно, я попробую.