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Moviola: Il lavoro dell’aiuto

E’ la prima a mettere le mani ( con i guanti bianchi!) sul rullo della copia lavoro. Di solito è una ragazza perché il lavoro richiede molta precisione e molta pazienza. E’ infatti necessario far scorrere il rullo su un tavolo passafilm e, con l’aiuto di un vetrino trasparente, individuare e leggere i numeri del ciack; poi, scrivere con l’inchiostro di china bianco il numero del ciack seguito da un numero progressivo ogni 16 fotogrammi circa. E’ necessario, infatti che, una volta eliminati i fotogrammi con il ciackkista in campo, il montatore prima e la montatrice del negativo poi, possano risalire ad un’altra copia positiva o al negativo corrispondente, senza troppa fatica. La stessa operazione avveniva sul magnetico per mantenere in sinc fotografico e sonoro. A taglio avvenuto.

La linea verticale, posta tra il numero del ciack ed il numero progressivo è il segno per il sincrono tra il magnetico ed il fotografico. Le due pellicole (quella fotografica e il magnetico) vengono “agganciate” sui rocchetti dentati di un apparecchio detto appunto accoppiatrice, con una partenza perfettamente allineata. Le due pellicole vengono fatte scorrere e l’aiuto provvede, ogni sedici fotogrammi circa, a “segnarle” con una linea verticale. Così che, dopo il lavoro del montatore ( moltissime volte il montatore lavora solo sul fotografico, senza tener conto del “suono” ovvero del parlato) l’assistente, facendo riferimento a quei piccoli segni tracciati con l’inchiostro di china, rimette a sincrono scena e colonna in modo rapido e sicuro.

La figura dell’aiuto assistente scomparve con l’arrivo di una macchinetta inventata dai giapponesi che numera meccanicamente; basta girare una manovella. Ma non è la stessa cosa. E lo affermo io che ne ho sposata una, di aiuto assistente.


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montaggio: vork in progress

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