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montaggio: cos’è?

Ci sono molti modi per definire il montaggio cinematografico. Il peggiore è chiamarlo “taglia e cuci” (Prof. P. Barranca in Diamoci un taglio, Università di Palermo). Perché il montaggio è tutto, fuorché una mera operazione di taglio e cucito. E potremmo anche definirlo, sulla stessa onda, come un “ scegli e giunta” oppure “ allunga e accorcia” e ancora “ scegli e butta”.

Ho lavorato come montatore professionista per sette anni circa; ho da sempre montato i miei lavori e tuttavia non riesco a trovare un modo “corretto” di definire il montaggio. Nel dubbio, scelgo la stessa strada che ho percorso, ovvero quella dell’apprendistato pratico e della curiosità; ma occorre fare chiarezza su un punto:

saper utilizzare un programma Avid o Final Cut

non fa di voi un montatore ma semplicemente

un tecnico di montaggio.

Il montaggio è altra cosa.

L’equivoco nasce dalla enorme differenza di competenze richieste tra utilizzare una moviola meccanica e un programma analogico o digitale. Se insisto su questo punto è perché troppe volte ho dovuto discutere con quelli che io chiamo e obbligo a firmare come montatori avid o montatori final cut. Forti di un diplomino che li qualifica “montatori”, sono convinti che la conoscenza tecnologica equivalga alla conoscenza creativa e restano sordi e ciechi alla ricerca delle “vibrazioni” ed ai “suggerimenti” che la scena trasmette loro. Non tutti, ovviamente, ma la stragrande maggioranza sì e queste mie note sono rivolte proprio a loro nella speranza che attraverso le mie parole ( ho detto, attraverso e non grazie alle) possano con un poco di sacrificio scoprire l’artista che è in loro. Perché questo fa il montaggio: accarezza la vostra anima creativa.

montaggio: work in progress

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