Io ne ho udite cose che voi umani non potete neppure immaginare. Persone in fiamme di protesta al largo di viale Mazzini con voci appese al filo degli scambi e informazioni e aiuti e spiegazioni nella alterigia del potere che può, perché è tale. E ho visto disegnare nell’aere seni giganteschi e cosce destinate a sollevare lo spirito dei premiers in cambio di una particina perché non tutte sono Marilyn Monroe. E raccomandazioni balenare nel buio alle porte di Saxrubra con miniserie e madri Teresa in tacco a spillo. E ho visto e udito commentatori televisivi prorompere indignati per il segreto ascolto di cose che private erano e non destinate alle orecchie del Mediterraneo. Perché è intimo e segreto il cercar di corrompere un senatore, perché è cosa confidenziale seguire le alternanti avventure della propria amante nei distorti palinsesti e programmazioni televisive. Perché è necessario il silenzio su questa Italia che ho già visto, e che la storia ha chiamato umbertina, l’Italia delle Banche corrotte e dei predatori di Roma e degli scambi di favori e il fastidio per quei giornali che ne denunciavano gli scandali e la voglia molte volte assecondata, di farli chiudere e fallire. E’ tempo di silenzio, è tempo di cancellare i nastri. E tutti quei momenti di volgare immoralità andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. Laureati dei Dams senza raccomandazioni, licenziate della Scuola di cinema senza misure stellari, è tempo, per voi, di sparire. O di far balenare la vostra indignazione e protesta nelle piazze e nelle strade di questa Italia destinata al silenzio e alle impronte digitali di chi non parla in dialetto veneto. Se non protestate, se preferite il silenzio all’affannosa ricerca delle oasi delle raccomandazioni allora, per voi è giunto il tempo di perdervi, come perduti concorsi Rai e idee a Mediaset, nella pioggia della disoccupazione.

Libera rielaborazione del monologo di Rutger Hauer in Blade Runner (Ridley Scott 1982)

Scritto da Giulio Berruti sabato, 28 giugno 2008 alle ore 11:15 [Permalink]