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La dolce vita di Kezich

“Vorrei che questo film non finisse mai” Così scrive Tullio Kezich nel suo ultimo libro dedicato a La dolce vita. Una carriera, la sua,  iniziata a diciotto anni, nel 1946 a  Radio Trieste, proseguita con la rivista Sipario e nel 1954 alla direzione di  Cinema Nuovo. Presto   diverra’ una  firma di prestigio per la  Settimana Incom, Panorama, la Repubblica e il Corriere della Sera.

kezich e olmi

Fondatore e Direttore artistico con Ermanno Olmi della casa di produzione 22 DICEMBRE  con la quale promuove  Opere prime come: I basilischi di Lina Wertmuller (1963) , I Fidanzati di Ermanno Olmi (1963),  La Rimpatriata di Damiano Damiani (1963)  e L’Età del Ferro di Roberto Rossellini (1964), suo primo film televisivo. Vero conoscitore della settima arte fu anche scrittore, autore teatrale e sceneggiatore fino a diventare, verso la fine degli anni ‘60 direttore generale della RAI che, sotto la sua direzione, produsse San Michele aveva un gallo dei Fratelli Taviani.  La 66° Mostra tullio kezick e fellinidi Venezia gli rende omaggio inaugurando il festival con la proiezione, venerdì 4 settembre, del film “Il terrorista” (1963, 95′), opera prima di Gianfranco De Bosio. Il film, girato a Venezia e presentato alla 24esima Mostra, è tra i primi film prodotti dalla Casa di produzione di Kezich. L’opera  ha come tema la Resistenza ed è ispirato alle eroiche gesta del comandante dei Gap veneti, Otello Pighin, interpretato magistralmente da Gian Maria Volontè.
La Dolce Vita e Federico Fellini, suo amico inseparabile e di cui fu uno dei maggiori critici, sono uno dei temi ricorrenti dei tanti libri di Kezich, critico a cui va riconosciuto il grande merito di aver sempre rifiutato i vincoli ideologici di cui era intrisa la critica italiana. Da ricordare  l’articolo pubblicato su Cinema Nuovo da lui direto e dove i suoi colleghi lo descrissero come un traditore (sic).

dolce vita 2009Titolo: Noi che abbiamo fatto la dolce vita

Autore; Tullio Kezich

Editore: Sellerio 2009

Pagine 294, prezzo € 13.00

Le giornate frenetiche ed entusiasmanti tra l’ estate del  ‘58 e l’autunno del ‘59. I ritmi di lavoro, le atmosfere, le passioni. «Il quaderno di appunti» sulle riprese del film La dolce vita ripercorre un viaggio straordinario e affascinante agli ordini di un «capitano beffardamente coraggioso». «…Federico era sempre pronto a deviare, a sottrarsi e a infrattarsi; mentre noi intorno ci sentivamo tutti come ragazzi che hanno marinato la scuola. Chi partecipò a La dolce vita vi confermerà che tirava sempre l’aria di non fare un accidente, di sfuggire agli impegni, di bruciare il paglione. Eppure si lavorava, se questa è la parola, fino a veder spuntare l’alba…”
Questo libro nella nuova edizione ampliata dall’autore, è l’unico diario esistente della lavorazione del film La dolce vita. Diario che sembra già un film felliniano nel film di Fellini, perchè trascinante su tutto e su tutti spicca il ritratto mobile del maestro mentre vive il momento più creativo del suo ego. Ma del libro, a leggerlo oggi, emerge anche qualcosa di più. Kezich riesce a volgere la cronaca in rappresentazione, gli aneddoti in allegoria e i personaggi in simbolo. Inquadrata nei suoi eventi temporali, nell’avventura quotidiana della sua origine, spicca vividamente di La dolce vita la portata storica che ebbe, di annuncio,  sintesi e profezia di un cambiamento d’epoca in cammino. Vale a dire: il suo valore di mito.

a cura di patrizia.oppe

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