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Le mani, le tasche, gli italiani

sedia e deserto

“ Il governo Berlusconi non aumenterà mai le tasse” Questo, più di altri, è lo slogan che il Primo ministro e il responsabile delle Finanze Giulio Tremonti non perdono occasione di annunciare nel momento di difficoltà. E di questo sembrano essere felici più del 60% degli italiani ( dati forniti dal cavalier Silvio Berlusconi) che nutrono verso il leader la più profonda stima, il più profondo rispetto, la più salda certezza che “…lui sì che sa governar l’Italia e che il buon Dio ce lo conservi in eterno, perché lui le mani, nelle tasche degli italiani non le mette ”. Io invece vorrei che ce le mettesse,  le mani,  nelle tasche degli italiani; le metta, per favore le sue mani, signor Cavaliere, nelle tasche degli italiani che fanno teatro, lirica, cinema, fiction, balletti, musica classica; nelle tasche di più di 300.000 addetti, fra artisti e maestranze.  Scoprirà che sono tasche vuote.

teatro vuotoCi sono due modi per non pesare sugli italiani che di tasse e balzelli son carchi come somari. Uno è quello di non aumentare il carico, l’altro è quello di non diminuire il sostegno. Perché se al FUS viene tolto il 30% dall’oggi al domani, i Signori del governo, le mani nelle tasche degli italiani ce le mettono come per una tassa. Nè più e nè meno. Per chi lo ignorasse, Il FUS è il Fondo Unico per lo Spettacolo. Un fondo finanziario che lo Stato stanziacinema vuoto a favore di Enti Lirici e Musicali, della Danza, del Cinema e della Prosa. Nella finanziaria di ogni anno ne viene determinata l’entità e viene poi ripartito, secondo diverse percentuali, tra gli Enti prima citati. Dice “ Siamo in un momento di crisi, occorre tagliare gli sprechi” Va bene, ma dove? Vuol dire,  il governo,  che nel settore culturale italiano vi è più del 30% di spreco? Se è così,  visto che sono Enti, prenda i mascalzoni che li dirigono  e li mandi a casa. Lo spreco si elimina eliminando gli spreconi. Facile dire che lo si fa meglio eliminando i fondi, perché gli spreconi restano al posto loro e sprecheranno il 30% in meno ma continueranno a sprecare. Del resto, il governo di centro-destra aveva già in passato, diminuito i fondi per questi settori. Un mal pensante direbbe che lo ha fatto e lo fa perché la cultura in Italia è ancora per buona parte promossa da uomini di sinistra. Ma è un cattivo pensiero; il problema è che lo fa per una radicata, profonda, inestirpabile ignoranza. In tempi di crisi solo la cultura, l’istruzione e la ricerca  possono aiutare un Paese a ritrovare la luce. Ma questo governo che fa? Taglia i fondi alla istruzione, taglia i fondi a chi produce cultura e i concerto vuotoricercatori sono tanti Umberto D costretti a scendere nelle piazze e a stendere la mano. E questo è vergognoso. Ma tant’è: abbiamo un Ministro che scrive poesie quindi vien facile pensare a Rodolfo e andare sotto il suo Ministero a cantare:

Chi son? Sono un poeta.

Che cosa faccio? Scrivo.

E come vivo? Vivo.

In povertà mia lieta

scialo da gran signore

rime ed inni d’amore.

Coraggio, dunque: la consolazione è vicina. Bossi ha inaugurato la Cinecittà di Milano. Basterà scrivere qualche cosa sul Barbarossa o proporre una bella serie su Alberto da Giussano e forse ce la facciamo a campare sino alle prossime elezioni.

barbarossa o sedie vuote

(N.B. Se nel testo inserite che i terun hanno il colera e Alberto da Giussano li annega tutti con la scusa di lavarli, siete fuori dai guai ).

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