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Camicia nera, trama e note

cast-fascioCAMICIA NERA di Giovacchino Forzano

Genere
Genre:
documentario/propaganda

Trama-Plot: Alternando scene di repertorio ad altre girate espressamente, il film racconta la storia d’Italia dal 1914 al 1932, con intenti corali ma di fatto agganciando gli avvenimenti storici alla vita di un povero fabbro (!) eroe di guerra, senza memoria ( ma poi la riacquista) con moglie e figlio e padre che vedono sorgere dalle paludi pontine  Littoria, case rurali e campi coltivati. Il film termina con il discorso di Mussolini che traccia un resoconto di quanto è stato fatto e soprattutto di quanto si farà.

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1. Note-Notes: Da sottolineare nel film , per chi studia pubblicità e propaganda, come di fatto l’Italia entri in guerra grazie alle parole del Duce,  parole che percorrono piazze e case della nazione;  o come i perfidi socialisti impediscano alla donna di ricevere via telefono la notizia che il marito è vivo, perché lo sciopero generale da essi voluto taglia i fili del telefono  ( i bastardi ridono e si congratulano fra loro della riuscita!) e solo sotto la minaccia delle armi ( perché sono dei vigliacchi) cedono e ripristinano il contatto. Per tacere dei tentativi fatti dal medico tedesco ( un santo) che si intestardisce  a   far riacquistare la memoria al povero fabbro ( nelle recensioni del film indicato con la “F” maiuscola !) mostrando giornali italiani e mettendo su anche un disco con il coro degli alpini;  nulla.  Solo il Bollettino della Vittoria proiettato sullo schermo riuscirà a ridare la memoria al povero soldato!  Altro dato di riflessione, il porre il “prima” di Mussolini ( case di fango, miseria, malaria) e il ” dopo” di Mussolini ( case in muratura, raccolti e trattori); la cattiveria e il mentire degli avversari politici, i reclutatori di braccia per l’Estero e il buon prete di campagna che sa come trattarli e quando indica o comanda lo fa con un furtivo saluto fascista. A mio modesto parere, questo  film è da proiettare nelle scuole come antidoto culturale contro gli attuali metodi di propaganda non proprio  dissimili  da quelli utilizzati settantasette anni fa.

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2.Note-Notes : Il film viene proiettato in contemporanea il 23 marzo 1933 in tutte le città d’Italia ed anche a Parigi, Londra e Berlino.

3. Note-Notes: Pino Locchi ( Roma, 1925 – 1994) attore e straordinario doppiatore qui interpreta il piccolo figlio del protagonista. Ma non è il suo esordio perché nel 1933 aveva al suo attivo già altri tre film ( Raganella e il cavaliere, L’Ultima avventura, Sette giorni cento lire).

4.Note-Notes: A causa della laconicità dei titoli, non è possibile indicare con esattezza i nomi dei collaboratori della pellicola.  I settimanali ed i quotidiani dell’epoca non riportano un identico cast dei   professionisti. La musica, ad esempio è attribuita dall’Almanacco a Gian Luca Tocchi, mentre Il  Messaggero ne indica più di tre, tra i quali Carlo Alberto Pizzini, Ennio Porcini, Giovanni Salviucci. Anche sul nome degli attori c’è discordanza. Alcuni aggiungono a quelli da me indicati anche  Camillo Pilotto e Carlo Ninchi. Il montaggio viene attribuito da altri ancora al regista e a Mario Bonotti.

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5 . Note: Camicia Nera viene naturalmente incensato dalla critica dell’ epoca con frasi tipo “Film Italianissimo” ” Potenza di mezzi espressivi” ” Il grande film del decennale” e sono certo che all’epoca questa pellicola abbia commosso più di un gerarca. La scena più apprezzata è il risveglio della coscienza del fabbro smemorato in un ospedale tedesco. L’uomo, ferito durante la Guerra  non ricorda più nulla sino al giorno il cui il medico tedesco (!) ha la felice intuizione di mostrargli il Bollettino della Vittoria (!). A quella lettura, il fabbro ricupera la sua identità.  Senza nemmeno sospettare il ridicolo che permea tutta la scena, il critico dell’epoca scrive: ” Qui il senso geniale del regista si rivela in una forma addirittura affascinatrice”.

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6. Note-Notess: Dalla critica dell’epoca: ” Un film italianissimo, le scene che maggiormente colpiscono ed appassionano, e che sono riprodotte con maggiore potenza di mezzi espressivi sono principalmente quelle dei reduci della prima guerra mondiale ridotti allo squallore più duro e vilipesi vedi foto film Camicia Bera 1933per aver dato il sangue alla loro Patria; quelle in cui il Fabbro avendo per amnesia perduto ogni nozione della realtà e della propria identità personale, ricupera a poco a poco la pienezza delle sue facoltà spirituali quando il medico tedesco gli riproduce su uno schermo portatile il Bollettino della Vittoria. Qui il senso geniale del regista si rivela in una forma addirittura affascinatrice (Anonimo, ma da attribuirsi a Matteo Incagliati, in Il Messaggero del 24 marzo 1933)

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