I formati della pellicola
La pellicola cinematografica è una invenzione di George Eastman e risale al 1885. Eastman decide di applicare il bromuro d’argento – materiale fotosensibile- non più su una lastra di vetro ma sulla celluloide. Con l’arrivo del cinema e con la necessità di “trascinare” ad una determinata velocità la pellicola dinanzi all’obiettivo, si rende necessario aggiungere, ai lati del supporto, delle perforazioni di trascinamento. Naturalmente, i formati e la grandezza del fotogramma, erano i più disparati quando i produttori di pellicola e gli editori di film si riunirono a Parigi nel 1909 per fare chiarezza. Fu deciso, in quel Congresso, che la pellicola doveva avere un solo formato quello di 35 mm con quattro perforazioni rettangolari per fotogramma ( I fratelli Lumière, ad esempio, utilizzavano una pellicola con 2 sole perforazioni ovoidali).
Quando la televisione si diffonde in tutte le case, le Industrie cinematografiche e i produttori avvertono il forte calo degli spettatori nelle sale. Si corre ai ripari contrapponendo al piccolo schermo televisivo la grandiosità degli schermi cinematografici panoramici utilizzando il
Todd-AO. Questo metodo di ripresa, richiede l’uso di una pellicola di 70 mm, ovvero doppia rispetto a quella usata normalmente, sia per il negativo di ripresa che per il positivo di proiezione quindi con costi maggiorati e di molto. Altri ricorsero a delle ottiche speciali dette “anamorfiche” che comprimono la grande immagine di ripresa nel solito formato ( 35mm) per poi espanderla nuovamente in fase di proiezione utilizzando lo stesso tipo di lente e un minor numero di perforazioni per fotogramma. I vari formati (oggi praticamente scomparsi) furono battezzati: Super 35, CinemaScope, Techniscope.
vedi anche
Chiudi