• Luce e Colore

Eroine di carta e celluloide

Nel 1912, Editoria e Cinema firmano con tutta probabilità il loro primo, fortunato contratto spettacolare. Non si tratta di compiere uno degli abituali travasi narrativi dalla pagina allo scherno oppure di trasferire sullo schermo un personaggio letterario di successo. L’iniziativa mira ad un traguardo mai sperimentato prima: l’offerta al pubblico di una storia emozionante che può essere seguita contemporaneamente sulla carta stampata e al cinema. Il progetto è messo a punto da McLure Sindacate e dalla Kinetoscope Company di Edison. McLure, per vivacizzare le vendite del “Ladies World”, un mensile da poco entrato a far parte del proprio giro editoriale, inizia la pubblicazione a puntate di un tipico racconto strappalacrime: una bimbetta abbandonata sulla porta di una anima buona, la sua crescita nella famiglia adottiva in una quieta cittadina di provincia, e poi la sua partenza verso i terribili pericoli della metropoli. Nulla di eccezionale e di nuovo se non fosse che le avventure della povera tapina assumono inaspettatamente le sembianze di una attrice: Mary Fuller.La produzione Edison, infatti, ha preparato una versione filmata dei capitoli scritti e li mette in programmazione in tutti i cinema americani nella stessa settimana in cui il periodico esce in edicola. Puntata dopo puntata nasce così il primo serial della storia del cinema. What happened to Mary? ( Cosa è successo a Mary?) conquista i botteghini, obbligando la concorrenza a correre ai ripari:

Il Chicago Tribune architetta una operazione analoga, quella di The adventure of Katlin ( Le avventure di Katlin, con Katlyn Williams). Un altro editore, W. Randolph Hearst ribatte il colpo e realizza The Perils of Pauline. Hearst è il padre della editoria a larga diffusione; sui suoi giornali sono già apparsi i primi e più importanti fumetti come Yellow Kid e Little Nemo e Krazy Kat. Quindi non può sbagliare con Pauline; interpretata da Pearl White, Pauline entra nell’immaginario collettivo di milioni di donne che ambiscono imitarla e milioni di uomini che ambiscono possederla; è la nascita del divismo, perché Pearl White è Pauline e Pauline è Pearl White.

Da quel momento, la corsa si fa ancor più frenetica. Ed ecco fare il loro ingresso sugli schermi e sui giornali, eroine dall’anima sempre più candida e verginale e sempre più minacciate da uomini che ne attentano la virtù; eroine sempre più costrette a rischiare la vita in situazioni raccapriccianti, legate ai binari del treno, appese ad un ramo su un orrido strapiombo od aggrappate al cornicione pericolante di un trentesimo piano o circondate da roghi giganteschi. Così, di binario in binario, di abisso in abisso, di cornicione in cornicione di rogo in rogo, l’impianto narrativo e filmico si fa sempre più ginnico-acrobatico, summa di movimento e prove di abilità contribuendo a rendere più eroiche ed ammirate le protagoniste. E’ la nascita del divismo.

Inserisci un commento

Modulo di inserimento