Siamo pronti per partire verso il monte Tapioi la cui cima riserva una sorpresa. Vista la difficoltà dell’impresa, cominciamo con una ricca prima colazione. Patrick non è soltanto un ottimo cuoco, ma anche un maestro pasticciere ci fa trovare sulla tavola, tutte le mattine un piatto con delle marmellate di papaia, di mango, di anas, di pompelmo e dei frutti della passione. Come “cornetto” Jackie ha cucinato al forno dei frutti di maiore ( si pronunzia ma-i-orèeee); per chi non si accontenta e desidera qualche cosa di più consistente può gustare il “chao-po”, una specie di pane rotondo farcito di cipolle fresche e carne tritata.

Adesso possiamo metterci in marcia per riuscire a digerire il tutto scalando i ripidi fianchi del monte Tapioi. E come peso aggiunto, c’è anche lo zaino dell’apparecchio fotografico; sei chili in più. All’inizio della scalata, scopriamo dei fiori meravigliosi.

Arrivati in cima, godiamo di uno spettacolo unico. La vista spazia per 360° gradi e ovunque giri lo sguardo, non vedi che isole; isole, sparse ovunque come gettate a caso dalla mano di un artista verso un mare che sorride. Su tutte, Bora bora, Tahaa, Huaune e Maupiti.

Nel pomeriggio, un piccolo tuffo nella laguna, uno sguardo al porto e poi riposo.Domani è una giornata dura: parto con dei professionisti per la pesca in alto mare.La suspence è garantita.

FOTO E TESTO DI FRANCOIS BARETTE©

Scritto da Giulio Berruti lunedì, 24 dicembre 2007 alle ore 18:59 [Permalink]