• Corto in Vacanza

Martedì: le perle

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Grazie ai nostri ospiti, Patrick e Jackie, riusciamo ad organizzare una visita privata ad una “fattoria” di perle. Altrove, le spiegazioni sono teoriche perchè non si sacrifica una ostrica perlifera per la curiosità di un turista, ma noi abbiamo avuto il privilegio di assistere a tutto il ciclo della lavorazione dal vero

03 Collecteur.jpgE’ un lavoro lungo, come quello necessario per ottenere una stecca di vaniglia; un lavoro che si misura in anni. Tutto ha inizio con l’acquisto di ostriche perlifere, della qualità “TE UFI”, originarie delle Tamotu.
Le ostriche vengono attaccate a delle corde come quelle visibili nella fotografia; corde che vengono sostituite diverse volte in un anno, a seconda della grandezza dei molluschi. Quando questi raggiungono una taglia di qualche centimetro, vengono staccati dalla corda. Si introduce al loro interno una minuscola noce di madreperla che proviene da una ostrica giappone dalla conchiglia molto spessa. Si introduce anche una minuscola “cinghia” lunga 3 mm e larga 0,5 mm che arriva da un’altra ostrica scelta per il suo colore. A questo punto, l’ ostrica così trattata viene chiusa in una rete dalle maglie molto strette e la si tuffa nelle acque della laguna dove viena lasciata agire per molti mesi. Quando le ostriche raggiungono una taglia importante ( 10 cm circa, in larghezza) la si apre e si recupera la perla, ma senza danneggiare l’ostrica, come potete vedere nella foto.

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A noi, ha fatto molto piacere poter assistere a tutto il ciclo della lavorazione utilizzando vere ostriche e non conchiglie vuote come di solito viene fatto durante la visita dei turisti organizzate dal tour operators. Se volete saperne di più, potete andare sul sito Tahiti 1.

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Noi possiamo solo ricordare che la famosa “perla nera” non esiste perché il nero è sempre soffuso da una luce blu intensa, dal verde e dall’ocra. Occorrono tre anni per fare una perla e l’ostrica può fabbricare nella sua vita non più di quattro perle. Il fatto curioso è che le produce sempre più grandi.

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Nel pomeriggio, acquisti di souvenirs tipo camice trahitiane, cartoline ed altro ancora, come dei veri turisti. Al ritorno a casa, Patrick ci ha coccolati con un piatto semifreddo di salmone e tonno accompagnato da cavoletti cinesi. Ma sono troppo stanco per mostrarvene la fotografia; lo farò domani, con in programma l’ascensione al monte Tapinoi.

FOTO E TESTO DI FRANCOIS BARETTE©

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