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Dino Risi, la vita

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“Sono nato a Milano l’anno della rivoluzione Russa e del primo Giro d’Italia (il primo evento avviene nel 1917 e il secondo nel 1909 quindi dobbiamo presumere che Risi tenti di disorentarci oppure, più probabilmente, si sta burlando di noi!? Fonti attendibili sostengono che la nascita avvenne il 23 dicembre 1916; ma chi meglio del diretto interessato può sapere la propria data di nascita!? – ndr-) … Poco prima era nata mia sorella Mirella e poco dopo mio fratello Nelo. Mio padre, stonato meloname, era medico del teatro della Scala. Capitano durante la guerra, aveva avuto nella sua compagnia un caporale di nome Benito Mussolini. Avevo otto anni quando mi affidò ad un orchestrale della Scala di ottant’anni, perché studiassi il violino. Una tortura ininterrotta che durò dieci anni (…) A dieci anni, con un amico che abitava nella mia stessa casa, figlio del console di Grecia, con una tessera con tutti i cinema di Milano, comincia la mia carriera di cinefilo: correvamo da un cinema all’altro, riuscivamo a vedere anche tre film nello stesso pomeriggio (…) Con mio padre andavo spesso alla Scala. Nel camerino di Toscanini vidi il Maestro che si cambiava la camicia dopo il secondo atto di “Maestri Cantori”. Ho ancora nel naso l’odore della polvere alzata dai macchinisti che cambiavano le scene e negli occhi le albe e i tramonti più belli della mia vita(…) La morte improvvisa di mio padre, (avevo dodici anni) fù un colpo tremendo per me. Mi rifiutai di pensare che il mio papà non c’era più (…) Ero diventato un ragazzo difficile. Avevo crisi di furore, che mia madre spegneva mettendosi al pianoforte e suonando la “Patetica” o l’”Appassionata” di Beethoven. Grande madre dolcissima e forte. (….) A diciassette anni, non mi ricordo perché, decisi di uccidermi, ma un armaiolo si rifiutò di vendermi per settanta lire (…) un arma che ne costava ottanta. Così a malincuore rinunciai al progetto (…) Estate del 1940.

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Il mondo é già in guerra, l’Italia ancora fuori. Nel negozio di un amico antiquario, incontro Alberto Lattuada che cerca un assistente per il film “Piccolo mondo antico” di Mario Soldati. Mi offro (…) Anch’io sono chiamato alle armi. Grandi manovre. Non abbiamo cannoni né proiettili, né bombe a mano. Devo fingere il ta-ta-ta del fucile mitragliatore battendo un sasso contro l’altro, mentre un carro armato (un telo da tenda tirato da quattro soldati) corre verso le linee nemiche, e guastatori vanno all’assalto lanciando pigne in luogo di bombe a mano al grido di SOIA! (contrazione di SAVOIA)… Una miracolosa epatite mi spedisce all’ospedale. Partono per la Russia i miei duecento compagni, solo cinquanta ritorneranno (…) L’otto settembre raggiungo mia madre e mia sorella sfollate con due bambini vicino a Varese. La Svizzera é a due passi…con mio fratello passiamo la frontiera… A Ginevra, da internato, riesco a finire gli studi di medicina. Poi con Barzini, Streheler, Garzani, Brusati e tanti altri veniamo spediti a Murren tra i ghiacciai della Jungfrau dove una sera, in una baracca Strehler recita, applauditissimo, “L’uomo dal fiore in bocca”… io incontro Claudia figlia di un medico cacciatore di camosci, che due anni dopo la fine della guerra diventerà mia moglie… a Milano mia sorella fa la sarta… mio fratello Nelo si afferma come poeta ed io dopo un pò di giornalismo e qualche documentario, vado a Roma dove scrivo un soggetto (Anna) che mi apre le porte del cinema. Faccio con varia fortuna, più di 50 film e due figli, Claudio e Marco, che fanno a loro volta del cinema, come e meglio di me”. D.R.

Da: “Alcune cose che so di me” note autobiografiche tratte da “Dino Risi. Maestro per caso “ di V. Caprara. Ed Gremese, Roma, 1993.

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