Piano Medio
Qualche tempo fa,
abbiamo paragonato il linguaggio cinematografico a quello della comunicazione orale. In questa ottica, la F.I. o il P.A. possono essere accostati al tono descrittivo. Una inflessione di voce a volte serena, altre volte drammatica ma sempre poco accentata.
Se invece abbiamo necessità
di sottolineare i sentimenti del personaggio, o dei personaggi filmati, allora dobbiamo ricorrere al PM ed al PP
P.M. – Piano Medio
M.S. – Medium Shot
P.M. – Plan Moyen
La figura è letta dalla vita in su, o per dirla all’antica, l’attore è ripreso a mezzo busto. Appare evidente che l’ uso del PM diventa necessario soprattutto quando il personaggio ha necessità di esprimersi anche attraverso la mimica.
La grandezza del Piano Medio è ancora oggi molto discussa, perché il più delle volte i registi scelgono una via di mezzo, ovvero il “taglio” della ripresa all’altezza dei capezzoli, il che non è più PM e non è ancora un Primo Piano.
Un esempio di mezzo Piano Medio – forse il primo – ci arriva dai primordi del cinema.
1903. The Great Train Robbery di Edwin S. Porter Il bandito ( George Barnes ) spara agli spettatori
ricordo a chi lo avesse dimenticato, che tutto il film si svolge con macchina fissa, in totale. Solo per il finale, rendendosi conto di dover in qualche modo chiudere la vicenda dei banditi morti ammazzati, Porter sceglie il Piano Medio. Il cowboys spara al pubblico. Per stupire certo, ma anche con un bellissimo senso ironico.Merita di essere visto per l’ accurata e moderna scelta dei tempi.
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