Verticali

    VERTICALE SUPINA

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    L’asse ottico è verticale e rivolto verso l’alto. E’ una inquadratura poco usata, se non per accentuare caratteristiche paurose. Ed occorre usarla con parsimonia, ovvero quando il racconto lo richiede in modo assoluto. Quando è gratuita, molti, al montaggio, la definivano la soggettiva del verme.

    Questo tipo di ripresa risulta otticamente deformata. Fa sembrare più alte e slanciate le persone e, nei piani ravvicinati, accentua il mento, le mascelle, ravvicina lo spazio fra gli occhi, riduce la fronte. Viene usata per accentuare la violenza fisica o psicologica del personaggio inquadrato.


    VERTICALE A PIOMBO

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    L’asse ottico è rivolto verso il basso, ma quanto più possibile in verticale sul soggetto. E’ una inquadratura usata per abbracciare la complessità di un balletto, o la partenza di migliaia di concorrenti di una maratona. Può essere la soggettiva di un personaggio nascosto in una soffitta, quindi rappresentare una minaccia per chi guarda ma anche una minaccia per chi è osservato. Può essere usata per riprendere un personaggio che si arrampica sul muro di una casa, mentre in realtà il muro e l’arrampicatore sono distesi in terra.

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